Senza … memoria

Importante non rimanere senza memoria per avere ben impressi gli insegnamenti della storia.

Pare che fin dall’inizio dei tempi la memoria umana soffra di continui vuoti e buchi profondissimi. Non c’è epoca storica in cui l’esperienza sia stata maestra nell’evitare tragedie umanitarie procurate dagli uomini. In ogni secolo e in ogni angolo del Globo le guerre hanno sconvolto ambienti naturali e artificiali e raso al suolo città piccole e grandi. Popolazioni, etnie, famiglie scomparse dalla faccia della Terra. Non è un caso, esclusa la necessità di difesa per la sopravvivenza preistorica, gli interessi nascosti dietro le guerre sono enormi.

Sforzi immani, tempo, risorse, speranze ma anche ingiustizie e schiavitù per arrivare a un tenore migliore di vita e in un attimo tutto annientato, distrutto, eliminato. Milioni di esseri umani privati dei loro beni ma soprattutto della loro vita. Ricordare la storia più antica e più recente sarebbe invece fondamentale per non continuare a sbagliare, per avere rispetto della verità. La mancanza di cultura e di vera conoscenza regna ora più di prima.

In tanti oggi, 24^ giornata internazionale della Memoria, ci si domanda come sia possibile che stiano accadendo le tragedie che tutti abbiamo sotto gli occhi. Ci si domanda se non sia il caso di ripensare alle giuste ragioni di questa memoria alla luce di quanto si sta portando avanti, che a differenza di allora è a conoscenza delle più alte istituzioni internazionali che chiedono con insistenza di fermare i massacri, le ritorsioni, le vendette da entrambe le parti.

Oltre settant’anni di scontri con chi in definitiva non aveva avuto nessun coinvolgimento nella storia dell’olocausto, hanno ridotto in altrettanta prigionia un popolo la cui colpa è di essere “un fratello non accettato”. Il rigetto israeliano della risoluzione politica e la volontà della divisione fisica, economica, culturale, nonché ovviamente religiosa, ha suscitato una prevedibile ribellione violenta, forse evitabile diplomaticamente. Da ormai oltre tre mesi la situazione è precipitata in un vortice di violenza inaudita e dalle conseguenze drammatiche. Fin dall’inizio si è compresa la durezza del conflitto e ancora una volta l’oblio della memoria si è fatto spazio calpestando la ragione e il rispetto dei diritti fondamentali.

Non è una questione isolata, è una ferita che tocca globalmente ognuno di noi, perché quando i sogni di libertà di un popolo vanno in frantumi, la libertà di tutti è messa a rischio.

Dall’approfondimento su Betlemme in data 21 Gennaio:

A Gaza è davvero un inferno, manca tutto.

La guerra cominciata il 7 ottobre tra Israele e Hamas ha rappresentato anche uno spartiacque nel dialogo interreligioso, almeno tra cristiani musulmani ed ebrei: è quanto ha sottolineato il patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa. Sono stati spazzati via anni di dialogo, ha detto, ma abbiamo capito che le religioni hanno un ruolo centrale. Drammatica la situazione a Gaza.

Padre Francesco Ielpo, delegato della custodia di Terra Santa.

La situazione più tragica è come sempre vissuta dai più giovani, privati di ogni normalità, con traumi che condizioneranno a loro volta il futuro dei sopravvissuti. Tutto ciò ci sprona ancor più a essere presenti nell’aiuto per i bimbi di Betlemme che sono assistiti al Caritas Baby Hospital. E’ una goccia nell’oceano delle necessità ma è un modo per avere ben impresso il senso del messaggio che ci ha lasciato Flavio: sentirsi fratelli gli uni degli altri in un abbraccio intorno al mondo.

Grazie a chi vorrà unirsi a noi anche per non dimenticare, nemmeno che ci sono decine di conflitti in corso. Più volte è stato segnalato il conflitto interno centrafricano, come pure non si può accantonare quello in Ucraina, ormai al secondo anniversario. Il giorno della memoria dovrebbe ricorrere ogni giorno dell’anno! (cit. da Liliana Segre).

La pace è un miraggio ma la volontà di arrivarci va continuamente perseguita.

Pubblicato da itakweflavio

ITA  KWE  ("Fratello di tutti" nella lingua Centrafricana Sango) è un'associazione nata il 24 maggio 2012 in memoria di Flavio Quell'Oller.     Si prefigge di portare avanti la sua opera di carità missionaria con progetti concreti e duraturi, in Italia e all'estero.  Per un contributo che non costa nulla ma che vale molto, indicare il Codice Fiscale numero: 9 5 1 5 8 2 3 0 1 0 2    nella sezione delle O.d.V.                                             

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