Aggiornato al febbraio 2024
Da quando è stato condiviso “il mistero delle farfalle” (vedi a inizio pagina) in tanti hanno confermato le stessa esperienza. Il mistero delle farfalle si svela credendo che la vita non muore ma si trasforma, come fanno le farfalle che rinascono in primavera. Pensando a una persona cara che abbiamo amato e che fisicamente non è più con noi perché la morte ci ha separati, sovente una farfalla compare all’improvviso. E’ un’illusione? E’ un segno soprannaturale? Riflettiamoci, senza cadere nella disperazione e manteniamo sempre vivo il ricordo.
Aggiornata al settembre 2018
A distanza di otto anni dalla morte di Flavio, le cose sono rimaste uguali per l’impegno e la serietà nel portare avanti la sua memoria! ITA KWE ha sempre più progetti e il perimetro dell’abbraccio si allarga sempre più intorno al mondo. Le farfalle continuano a svolazzare accanto a noi e ci rallegrano quando siamo un po’ giù!
Flavio continua a seguirci dal cielo e in questi giorni si rallegra anche lui per le nozze della figlia Miriam con Stefano e … per il cammino vocazionale intrapreso dal terzogenito Francesco, entrato in seminario diocesano.
Flavio c’era, anzi … c’è!
Il mistero delle farfalle si svela credendo che la vita non muore ma si trasforma,
come fanno le farfalle che rinascono in primavera.
Così è per i nostri cari: A-more = Non-muore!
Sempre … per chi ci crede, le farfalle sono molto speciali, che siano ‘SANGARIS’ oppure no…
Per ciò apriamo oggi questa pagina (6 Dicembre 2013 – 45° anniversario di morte del papà di Flavio, Attilio) partendo ovviamente dal ricordo che ci ha lasciato Flavio:
ricordando il papà e pensando al mistero delle farfalle ….
apri il link: Nulla ti turbi, nulla ti sgomenti!
La foto riportata sotto è stata pubblicata all’inizio del libro “Prima che sia troppo tardi” ed è stata scattata a Bocaranga nell’agosto 1988 dall’amico Leo Guadagno, dottore che ha prestato servizio di volontariato presso l’Ospedale di Bocaranga prima degli anni ’90.
Aggiungiamo una bella riflessione (ringraziando la nostra socia Tania!), in cui non si fa riferimento ad un nostro caro, che non c’è più, ma ad una serie di cose che finiranno!
Io credo, Signore, che al termine del cammino
non c’è ancora da camminare ma la fine del pellegrinaggio.
Credo, Signore, che alla fine della notte
non c’è più notte ma l’aurora.
Credo, Signore, che alla fine dell’inverno
non c’è più inverno ma la primavera.
Credo, Signore, che dopo la disperazione
non c’è ancora disperazione ma la speranza.
Credo, Signore, che al termine dell’attesa
non c’è ancora attesa ma l’incontro.
Credo, Signore, che dopo la morte
non c’è ancora morte ma la vita.
Joseph Folliet
°°°°°°°°°°°°