Il Nazareno è perseguitato!

“N”,  COME NAZARENO: SEGNO DI DISPREZZO

TRASFORMATO IN  APPARTENENZA! 

 

La lettera "n" nell'alfabeto arabo = Nazareno
“N”:  prima lettera della parola “Nazareno”, nell’alfabeto arabo è segno di disprezzo verso i battezzati, ma ultimamente è divenuto simbolo di riscatto e di appartenenza alla famiglia universale cristiana. Per saperne di più

 

La “N” sta per Nassarah, e secondo il Corano (nell’alfabeto arabo si pronuncia “Nun”) indica il cristiano come seguace del “Nazareno”, in senso dispregiativo in quanto “infedele” alla legge coranica. In Iraq questa lettera è stata posta con vernice spray sulle case dei battezzati, dichiarando in questo modo che tutti i cristiani ivi residenti sono “di proprietà dello Stato islamico”.

Da quando Mosè fece segnare con il sangue dell’agnello le case degli Israeliti per la fuga dalla schiavitù dell’Egitto verso la libertà, si è passati attraverso le atrocità più disparate, ognuna con un segno particolare e diverso. Citandone solo alcune:

i Romani sui primi cristiani ed il loro e nostro “segno della croce”; la battaglia dei crociati contro l’Islam e la “croce rossa su scudo bianco” con la “mezzaluna rossa”; la persecuzione nazista che impresse la “stella di Davide” agli Ebrei e ne sterminò milioni, insieme ai “non ariani puri”; i colonialisti ed i conquistatori di ogni epoca e di ogni parte geografica che piantano la propria bandiera ovunque; i comunisti, i Talebani, Boko Haram e le varie sette che distruggono tutti i segni occidentali; chi continua a tenere in schiavitù le donne e i bambini; i sionisti (non necessariamente ebrei) assetati di sangue e di vendetta che non sentono ragione contro gli arabi di Palestina; ecc., ecc., per non parlare delle “manovre oscure” degli americani!!

Oggi è stato riportato un commento di Papa Francesco relativo alla fragilità della pace nel mondo e alla realtà di guerra che si vive in tanti parti della Terra:

Da sempre Caino ha alzato la mano contro Abele ed ora è la volta dell’eliminazione delle minoranze e dei cristiani iracheni da parte dei musulmani, usando ancora un segno ben preciso.

Quando l’uomo smetterà di far la guerra al proprio simile e si deciderà ad usare solo segnali di pace? L’invidia per la bontà di Dio, che ci ha creati liberi (tutti!) e ci ama così come siamo è tale che si cerca ogni mezzo per fare male l’uno all’altro, senza riuscire a godere dell’amicizia reciproca, che pure sopravvive ad ogni insidia! 

dal Vangelo secondo Matteo, c.5, vv. 1-12.

“Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.  Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

“Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.”

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Era già scritto tutto duemila anni fa, però quando ancora oggi si parla di persecuzione dei Cristiani sembra che non sia possibile che accada davvero, come ai tempi di Gesù! Questo annuncio “stravolgente”, secondo la mentalità corrente, è il completamento della Buona Novella che ha ribaltato il comune pensiero umano facendolo avvicinare un po’ di più al pensiero di Dio.

Chi vive secondo le beatitudini è la prova che si può essere felici anche nella sofferenza e, considerando il numero enorme dei martiri di tutta la storia, di prove ne abbiamo avute tante!

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P. S.: Il medesimo brano di Vangelo è stato letto durante la Messa funebre di Flavio.  E’ riportato insieme alle altre letture su “Prima che sia troppo tardi”, tra le riflessioni e i ricordi a pagina 141 del cartaceo.

 

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Pubblicato da itakweflavio

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