Realtà o illusione?!

Negli anni in cui la comunicazione corre veloce; i satelliti  scattano foto più che i paparazzi; la privacy viene tutelata in modo anomalo perché tutti sanno tutto di tutti e internet dà vita alla globalizzazione reale (o forse meglio dire al controllo sociale!), sembra impossibile che di quanto succede in Centrafrica se ne stiano interessando solo coloro che hanno a che fare con questo Stato per motivi affettivi, missionari o economici e basta!

Anche se l’O.N.U. da mesi se ne sta occupando, la notizia non fa scalpore!  Non sono sufficienti gli oltre tremila morti, i quasi due milioni di profughi, le continue violenze, distruzioni, incendi e saccheggi. Bimbi che non possono andare a scuola da circa un anno se non solo ultimamente nelle scuole gestite dai missionari; insegnanti, medici e pubblici dipendenti che non sono pagati da mesi; aumento della mortalità anche per cause parallele e tutte le altre conseguenze che ne derivano, compresa la mancata coltura dei campi e la povertà sempre in aumento. L’opinione pubblica più ampia, a livello internazionale, probabilmente non sa nemmeno che il Centrafrica  è una Repubblica e pensa che corrisponda all’intera zona posta geograficamente nel centro del continente africano.

Dopo tanti discorsi da parte dei francesi, le rassicurazioni dei diplomatici coinvolti anche mediante le petizioni intraprese e le affermazioni del segretario generale dell’O.N.U. sulla necessità di intervenire …. prima che sia troppo tardi … forse qualcosa si sta muovendo davvero!

E’ un’illusione o si tratta della realtà!!?? Solo con il tempo lo capiremo. Intanto accontentiamoci di sperare che presto si possa arrivare alla pace!

Queste le ultime notizie:

CENTRAFRICA -29/11/2013 –  h 23:50- Cambio dell’Ambasciatore francese a Bangui prima dell’azione militare (oltre 1000 uomini in arrivo).

Sono arrivati a Bangui i primi rinforzi in uomini ed equipaggiamenti militari dell’esercito francese in vista del dispiegamento, a pieno regime, di 1200 soldati per ristabilire la sicurezza nell’ex colonia. Lo riferiscono fonti di stampa locale dopo che nelle ultime ore blindati, veicoli di pattuglie e trasporto di truppe sono confluiti verso il campo militare di M’poko a Bangui, quello della Forza africana dispiegata in Centrafrica (Misca), in provenienza dai vicini Camerun e Gabon, dove Parigi ha delle basi.

L’operazione di rafforzamento della presenza militare francese in Centrafrica viene effettuata per via terrestre, aerea e marittima mentre, secondo fonti di sicurezza locale, missioni di pattugliamento sono già in corso con pattuglie miste costituite dai 400 soldati dispiegati, da tempo nella capitale, dai legionari, dalle  forze centrafricane e dalle truppe dei paesi dell’Africa centrale. L’emittente locale Radio Ndeke Luka ha riferito di “una presenza più evidente” dei militari francesi e africani per le strade di Bangui.

Gli ultimi sviluppi sul terreno seguono la decisione del governo francese di aumentare il proprio contingente in Centrafrica di 800 uomini per sostenere le truppe africane  e le autorità locali mentre il paese sta “sprofondando nel caos”. Secondo Parigi, a otto mesi dal colpo di stato della coalizione ribelle Seleka che ha portato al potere Michel Djotodia, si rischia anche  un “genocidio”. In sede Onu la Francia ha lanciato un’offensiva diplomatica: già la prossima settimana il Consiglio di sicurezza potrebbe votare una risoluzione presentata da Parigi per ottenere carta bianca su un suo intervento militare, maggiori sostegni alla forza panafricana e, in prospettiva, l’invio di caschi blu.

Nelle ultime ore l’ambasciatore francese a Bangui Serge Mucetti, in carica da marzo 2012, è stato richiamato dal ministro degli Esteri Laurent Fabius. Il Quai d’Orsay deve ora nominare un successore nel nuovo contesto politico creatosi in Centrafrica e in vista del rafforzamento della presenza militare di Parigi.

La crisi politico-militare ed umanitaria in atto nel paese dell’Africa centrale è anche oggetto di preoccupazione per l’Unione Europea. “Chiaramente è necessario potenziare le forze di peacekeeping triplicando o quadruplicando gli effettivi sul terreno” ha dichiarato Kristalina Georgieva, commissario europeo agli Aiuti umanitari, avvertendo che “senza un cambiamento immediato e significativo delle condizioni di sicurezza, la tragedia già in atto si aggraverà”.

Più di 460.000 persone sono già scappate da violenze intercomunitarie tra ribelli della Seleka, ufficialmente sciolta dalle autorità e costituita di centrafricani, ciadiani e sudanesi, ma anche da banditi di strada e bracconieri giunti dai paesi confinanti, tutti per lo più di confessione musulmana – passati in pochi mesi da 5000 a 20.000 combattenti – e milizie locali di autodifesa ‘anti-balakas’ in un paese a maggioranza cristiana.

forze armate francesi in difesa del Centrafrica

CENTRAFRICA – 30/11/2013 –  h 10:42- Parte dei ribelli abbandona Bangui prima di intervento militare francese. La Francia si muove: perché? AREVA (gigante francese per l’estrazione dell’uranio) aveva sospeso nel settembre 2012 il progetto di estrazione di uranio nel Sud-Est del Paese (Fr24). Per saperne di più: http://www.greenreport.it/_archivio2011/?page=default&id=20184

La storia si ripente ed il colonialismo ha solo cambiato aspetto, ma il risultato non cambia: il paese più povero viene sempre sfruttato e per giunta non viene neppure riconosciuto come la vittima della situazione!!

Vi invitiamo anche a scaricare questo documento, che ci rincuora un po’ perché si tratta di un articolo apparso sul Internazionale:   Un massacro nel cuore dell Africa

Pubblicato da itakweflavio

ITA  KWE  ("Fratello di tutti" nella lingua Centrafricana Sango) è un'associazione nata il 24 maggio 2012 in memoria di Flavio Quell'Oller.     Si prefigge di portare avanti la sua opera di carità missionaria con progetti concreti e duraturi, in Italia e all'estero.  Per un contributo che non costa nulla ma che vale molto, indicare il Codice Fiscale numero: 9 5 1 5 8 2 3 0 1 0 2    nella sezione delle O.d.V.