Auguri al Papa anche da Ita Kwe!

Un anno fa il mondo era con il fiato sospeso in attesa di sentire il nome del nuovo Pontefice. Quando è stato pronunciato non tutti avevano capito di chi si trattasse, ma gli “addetti ai lavori” ne sono stati ben coscienti da subito.  Chi ha gioito tirando un sospiro di sollievo e … chi ha capito che tante cose sarebbero cambiate! La cosa certa è che lo Spirito Santo lavora, malgrado i nostri boicottaggi e i nostri tranelli, anzi servendosi proprio delle nostre umane fragilità e ciò il Signore vuole, alla fine si compie con la nostra collaborazione.

In questa occasione abbiamo l’opportunità di pubblicare una testimonianza diretta di una persona molto concreta che ha stretto un legame fraterno con Flavio ormai trent’anni fa e che si è sentita di condividere, non solo con Silvana, ciò che ha vissuto durante alcuni momenti particolari. Uno di questi risale proprio ad un anno fa e ha avuto (casualmente?) un seguito il giorno successivo all’11 Febbraio scorso, durante l’udienza del mercoledì dedicata agli ammalati.

Papa Francesco con Fernanda
Piazza S. Pietro, udienza di mercoledì 12 Febbraio 2014 – al termine dell’udienza, Papa Francesco si sofferma ad ascoltare Fernanda e la benedice una prima volta.

Negli ultimi tempi Fernanda aveva avuto nuovamente problemi di salute, ricominciando a seguire la prassi comune in questi casi, tra visite, esami, cure e tutto il resto. Per una particolare visita medica si è anche recata a Roma, nel settembre 2013.

Per avere una visione completa sarebbe opportuno leggere prima l’articolo precedente. Anche per questa lettera abbiamo avuto l’autorizzazione alla pubblicazione. Si tratta di un documento molto importante e, sebbene abbastanza lungo nel suo contenuto, degno di una lettura attenta e completa. per capire come tante casualità …. non capitino per caso!  E ricordiamoci una preghiera speciale per il Papa!

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Carissima Silvana,

nel condividere quanto accaduto un mese fa, devo partire da una premessa importante: il giorno in cui è stato eletto il nuovo Papa, io mi trovavo a letto con i dolori forti ed ero già passata ad assumere farmaci antidolorifici più potenti. Ero curiosa e addolorata per la rinuncia di Papa Benedetto e attendevo con una certa diffidenza di conoscere il successore… Quando finalmente apparve alla finestra, col suo sorriso, le sue parole semplici, mi comunicò quel senso di pace, di fiducia che solo persone come lui sanno infondere… e mi passarono i dolori… per non ritornare mai più fino ad oggi. Ovviamente non sono guarita, però la qualità della vita è tutta un’altra cosa rispetto a quando si ha del male fisico addosso…

Quando a settembre 2013 andai a Roma, socializzando con Katia, una ragazza di colore addetta alle pulizie, parlando di Papa Francesco le raccontai l’episodio accadutomi il 13 marzo e lei tanto insistette che io, più che altro per farla contenta, il giorno prima di tornare a Genova feci ricerche in internet trovando dei numeri telefonici. Ne composi uno a caso e mi venne risposto immediatamente, fornendomi tutte le indicazioni sul da farsi per poter ricevere l’invito ad un’udienza per i malati. Scrissi a novembre la prima lettera via fax dove indicavo chi ero ed i nomi delle due persone che mi avrebbero accompagnata (una delle quali ovviamente era Katia). Mi rispose la procura pontificia fissando la data per il 15 gennaio 2014, ma nel frattempo mi avevano spostato la TAC da eseguire a Pavia per il giorno 16.. . per cui chiedevo al mio parroco, che era a Roma in quei giorni, se avesse potuto spostare la data ma per lui era impossibile dal momento che i suoi tempi erano strettissimi. Riscrissi un altro fax dichiarandomi dispiaciuta e speranzosa di avere una seconda possibilità… che mi venne concessa per il 12 febbraio u.s.

Partii il giorno 8 per Roma e il giorno 11 mi raggiunse l’altra accompagnatrice, assieme ad una sua amica che avrebbe desiderato tanto partecipare all’udienza. Siccome sulla convocazione c’era scritto di recarsi a ritirare i biglietti il pomeriggio precedente dalle 15,30 alle 19, oppure la mattina stessa dell’udienza, preferimmo andare il pomeriggio in modo che la mattina dell’udienza non ci fosse da fare eventuale coda in piedi, visto che io mi affatico facilmente.

Appena arrivate dove indicato sull’invito, ci venne incontro una giovane guardia svizzera che mi si rivolse gentilmente e mi chiese se dovessimo ritirare un biglietto normale oppure uno speciale. Io gli dissi che non lo sapevo e gli mostravo la lettera che avevo ricevuto e lui sempre cortesemente ci fece accomodare nel loro piccolo ufficio, pregandoci di aspettarlo. Dopo poco un suo collega ci chiese cosa stessimo attendendo e alla nostra risposta ci disse che avrebbe provveduto lui, fornendoci anche senza problemi un biglietto rosso per l’accompagnatrice in più.

Ringraziammo ed uscimmo felici, salutando anche la prima guardia svizzera che in quel momento parlava con un gruppo di persone ed evidentemente non ci aveva notato…. Facemmo quindi alcune foto ricordo in piazza S.Pietro e quando fu il momento di chiamare un taxi per tornare indietro, mi venne in mente che non avevamo chiesto dove andare esattamente la mattina dopo… per cui decidemmo di ripassare dalle guardie per informarci…

Mi si avvicinò il primo con cui avevo parlato, molto preoccupato e dispiaciuto il quale mi chiese perché ce ne fossimo andate senza aspettarlo… Gli spiegai che il suo collega ci aveva fornito i biglietti e poi accomiatato… Fermamente ci ripeté per la seconda volta di entrare in ufficio e attendere … era una esortazione categorica, dato anche quell’accento che lo caratterizzava!

Ritornammo a sederci e fu così che dopo poco tempo ricomparve dicendo che sarebbe venuta una terza guardia svizzera a consegnarci una cosa…E infatti giunse con in mano una grande busta bianca sigillata 

All’uscita ci attendeva il primo tutto sorridente il quale ci informò che era un invito speciale per tre persone in prima fila nei posti riservati al “baciamano” e che il Papa si sarebbe fermato e ci avrebbe benedetto… Io non potevo credere ai miei occhi ed alle mie orecchie… Il Papa ci avrebbe salutato… incredula su come fossero andate le cose… e le mie accompagnatrici ancor più di me… continuavano a sostenere che c’era dell’incredibile!

La mattina seguente, tutte e quattro giungemmo in Piazza San Pietro, dove fervevano i preparativi ed iniziavano ad arrivare persone da tutto il mondo… Cominciammo a chiedere dove andare, mostrando alla vigilanza il nostro invito e… prodigioso … ci facevano avvicinare sempre più alla poltrona dove il Papa si sarebbe seduto…. Ad un certo punto fummo letteralmente “prese” da un susseguirsi di persone che ci consegnavano di volta in volta l’uno all’altro… avevo il cuore che batteva forte … si respirava una strana atmosfera di euforica attesa!   L’ultimo ci portò in prima fila alla sinistra della poltrona del Papa e ci indicò i nostri posti a sedere… Attendemmo con la bocca spalancata diverse ore, ma il tempo volò, nello stupore di tutto quel viavai di persone e preparativi, come se andasse a posto un gigantesco puzzle… Era un’esperienza, entrambe eravamo consapevoli, che non si sarebbe mai più ripetuta nella nostra vita e ce lo continuavamo a ripetere l’una con l’altra… Avemmo la possibilità di vedere personaggi famosi e tanta, tanta gente comune, tutti in attesa ….

Quando arrivò Papa Francesco… un fremito percorse la folla, si sentirono acclamazioni… il suo nome invocato e lui dedicò tutta la prima parte agli ammalati che non potevano deambulare… senza tralasciarne neppure uno… ha avuto una parola ed un abbraccio per ciascuno di loro… Passò e ripassò in mezzo alla folla che lo attendeva, gli porgeva i bambini… doni e spesso scambiava con lui il copricapo che lui, prima di fare cambio controllava se gli andava bene come misura…

Difficile spiegare quelle emozioni… fanno parte di noi e rimangono per sempre dentro di noi… per quanto si possa tentare di descriverle, quello che si riesce ad esprimere è sempre riduttivo.

Spiegò il Vangelo che venne tradotto in tutte le lingue e si soffermò sull’importanza di accostarsi all’Eucarestia con lo spirito giusto, altrimenti inutile accostarcisi. Disse che quando lo facciamo dobbiamo sentirci peccatori, altrimenti non serve a niente… disse parole semplici che proprio per questo entravano nei nostri cuori per rimanerci…. Sarebbe lunghissimo scriverti tutti i particolari che sono rimasti nella mia memoria!

Dopo aver benedetto le persone e gli oggetti che esse recavano con sé, fece l’ultimo giro iniziando dai Cardinali e proseguendo …. verso noi… Io e le mie amiche continuavamo a sussurrare che non ci potevamo credere!

Prima del mio turno, fu la volta di due Suorine che operavano in Algeria e alle quali dette parole di conforto e si complimentò per il loro coraggio e poi giunse da me… Ero talmente emozionata che lo chiamai “Padre” e gli dissi che io non sapevo come avevo fatto ad essere arrivata fin là per potergli parlare, ma che a quel punto volevo informarlo del fatto che quando era diventato Papa, i miei dolori erano passati, dicendogli anche alcuni particolari. Lui mi benedisse una prima volta, ma continuava a prestarmi attenzione. Proseguii dicendogli che probabilmente era stata solo una mia suggestione e che non pensasse assolutamente che il mio fosse fanatismo o cose del genere. Gli dissi che desideravo metterlo al corrente, in quanto, – se Dio – gli aveva concesso quel dono, avrebbe dovuto esserne consapevole, perché siamo in tanti a soffrire… Lo informai che non ero là a chiedere un altro miracolo, dal momento che ero giunta ad un’età in cui avevo vissuto la mia vita, ma che mi era stata offerta la possibilità di parlargli di fargli presente quanto fosse accaduto. Lui, mi ha ascoltata tutto il tempo tenendomi entrambe le mani e mi ha dato una seconda benedizione dicendo che era per me e per tutti coloro che mi facevano del bene, che mi volevano bene, a cui volevo bene, e di pregare per lui….

Silvana, risparmio le emozioni e spero solo minimamente di riuscire a trasmettertele qui con queste parole… Da allora penso che se potessi dare un volto a Dio, vorrei che assomigliasse a lui!

Adesso, ritornata alla mia quotidianità ho solo timore di dimenticare o che si affievolisca questa sensazione di benessere; è sparita anche la paura che avevo del momento estremo… Questa cosa, fino ad allora mi turbava molto, adesso penso che se la pace e la felicità promesse sono paragonabili a quei momenti, non devo aver paura neppure del trapasso nel momento estremo…

Però, come ho respirato il BENE vicino a lui, così ho visto gli occhi del MALE… intorno a lui.  Sono sensazioni che si percepiscono, forse perchè si diventa più sensibili o non so per quale motivo… ti voglio solo dire di pregare, di pregare e non smettere mai di pregare per lui, perchè a mio giudizio è un Grande Uomo.

Un grande abbraccio, con tanto, tanto affetto. Fernanda

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Piazza S. Pietro, udienza di mercoledì 12 Febbraio 2014 – papa Francesco con Fernanda

Pubblicato da itakweflavio

ITA  KWE  ("Fratello di tutti" nella lingua Centrafricana Sango) è un'associazione nata il 24 maggio 2012 in memoria di Flavio Quell'Oller.     Si prefigge di portare avanti la sua opera di carità missionaria con progetti concreti e duraturi, in Italia e all'estero.  Per un contributo che non costa nulla ma che vale molto, indicare il Codice Fiscale numero: 9 5 1 5 8 2 3 0 1 0 2    nella sezione delle O.d.V.                                             

3 Risposte a “Auguri al Papa anche da Ita Kwe!”

  1. E’ un’emozione soltanto leggerla questa testimonianza!!!!
    Grazie per averla pubblicata!

  2. … tutt’ora è rimasto in me questo senso di benessere e pace interiore, che vorrei tanto trasmettere a ciascuno di voi. Grazie e tanti auguri amatissimo Santo Padre Francesco.

    Vorrei che chi ha avuto la pazienza di leggere tutto, comprendesse che Fernanda esiste veramente e che segue quanto si sta facendo in ricordo di Flavio …..

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