Vorremmo parlare d’altro!

Già da giorni vorremmo parlare d’altro e inserire le belle notizie riguardanti lo svolgimento dei progetti, delle attività, delle novità della nostra Associazione, però non riusciamo a farlo per i continui colpi di scena negativi che stanno mettendo sempre più in ginocchio il Centrafrica. E’ recentissima (oggi) l’ultima testimonianza e ci arriva dagli amici Betharramiti, I frati del Sacro Cuore di Gesù di Betharram, che avevano ospitato nel novembre scorso la nostra socia Eleonora durante il suo soggiorno a Niem.

Questa è la testimonianza che ci arriva praticamente in diretta, mentre ieri si era concluso l’intervento del primo Ministro, Capo del Governo di Transizione Centrafricano NICOLAS TIANGAYE  alla 68^ assemblea generale delle Nazioni Unite e si pensava di poter intravedere una soluzione positiva alla crisi, proprio per l’interessamento di tutta la comunità internazionale.

 

Saccheggio dei ribelli della Seleka nella Missione di N. S. di Fatima a Bouar  R.C.A.

“Sabato 28 settembre 2013
Ricevo da fr. Angelo Sala da Bouar in Centrafrica una telefonata preoccupante: la notte scorsa, dalle h 21 alle 24, p. Beniamino Gusmeroli, missionario italiano valtellinese, e fr. Martial Mengue, diacono centrafricano, sono stati in balia dei ribelli Seleka, che hanno imbavagliato e minacciato di morte il guardiano e sono entrati in casa armati di kalashnikov.
Si trattava di un gruppetto di 5 uomini armati fino ai denti, stranieri , di provenienza sudanese, capaci solo di qualche parola in sango e francese.
Hanno imbavagliato e legato fr. Martial e si sono fatti condurre in camera di p. Beniamino, dove hanno iniziato a razziare tutto quello che trovavano.
Visto i tentativi di resistenza da parte di p. Beniamino, hanno legato ed imbavagliato anche lui e hanno così potuto mettere tutto a soqquadro e rubare denaro, computer, macchina fotografica, telefoni e tutto quello che interessava loro.
Hanno preso in ostaggio per coprirsi la fuga fr. Martial – rilasciato poi un po’ più tardi – e lo hanno derubato del passaporto, ottenuto dopo mesi di attesa e appena vidimato all’Ambasciata di Yaoundé per poter venire in Italia per uno stage.
Si è consumato così l’ennesimo atto di prepotenza e di saccheggio da parte dei ribelli Séléka, ormai incontrollati ed incontrollabili da parte della autorità (autorità di che?). Segno di un degrado della situazione che non vede spiragli di cambiamento se non vi sarà un intervento rapido e deciso da parte della Comunità Internazionale”.

p. Piero Trameri

Pubblicato da itakweflavio

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