Problemi dovunque!

Ci sembra interessante notare come, in pieno vertice straordinario dell’Unione economica dei Paesi dell’Africa Centrale, tenutosi tra il 9 e il 10 Gennaio 2014 in Ciad per cercare di risolvere la crisi umanitaria in centrafrica, venga tenuta una conferenza stampa a New York, in cui il Vice Segretario Generale agli affari umanitari, Valerie Amos, informa che i fondi necessari all’O.N.U. per affrontare le tante crisi nel mondo si sono esauriti!

Un po’ si era capito, considerando che il Segretario generale Ban-Ki Moon, insieme al suo consiglio, non faceva altro che approvare risoluzioni e dire che sarebbero stati stanziati gli aiuti economici anche per il Centrafrica, ma poi arrivavano notizie dai missionari e dagli operatori umanitari, in cui chiaramente di denunciava la mancanza di medicinali e di altri generi di prima necessità!

Resoconto su emergenze affrontate dal sistema umanitario

Da Fonte: un.org – 9 Gennaio 2014 –  journaldebangui.com

L’anno 2014 inizia con molte altre crisi, oltre a quella centrafricana, mentre le risorse e le capacità di copertura hanno raggiunto i loro limiti

L’anno 2013 ha effettivamente testato il sistema umanitario internazionale e nulla fa immaginare che la situazione possa essere diversa nel 2014“, ha detto durante una conferenza stampa a New York, il Vice Segretario Generale per affari umanitari, Valerie Amos. E’ stato sottolineato che il 2013 si è concluso con alcune emergenza di “livello tre”, cioè di crisi umanitarie di più alta gravità. Si tratta di quella in Siria, in Repubblica Centrafricana (R.C.A.) e nelle Filippine, dove 40 milioni di persone sono state colpite dal tifone Haiyan. Ma il 2014 inizia con molte altre crisi, mentre in molte situazioni, le risorse e le capacità delle coperture hanno raggiunto i loro limiti.


Valerie Amos, il coordinatore dei soccorsi d’emergenza delle Nazioni Unite

Alla fine dello scorso anno, le Nazioni Unite avevano lanciato un appello per raccogliere fondi per un totale di 12,9 miliardi dollari, che sarebbero serviti per soddisfare le esigenze di 52 milioni di persone in 17 paesi. Ma da allora, decine di migliaia di persone in Centrafrica e Sud Sudan sono state aggiunte alla lista. Per questo il 15 gennaio, il Segretario Generale presiederà la Conferenza impegnata per la Siria, in Kuwait. Altri argomenti sono stati trattati dalla Signora Amos, tra cui la Repubblica Democratica del Congo, con oltre  2,7 milioni di sfollati nelle province orientali. Ma è la Somalia che attualmente è l’ambiente più volubile e più difficile per la comunità umanitaria:  3,2 milioni di somali hanno bisogno di aiuti umanitari ed è stimato vicino ai 570.000 il numero di bambini sotto i cinque anni che soffriranno di malnutrizione acuta nel 2014. Infine, la signora Amos ha detto che in Mali 2,7 milioni di persone hanno bisogno di aiuti alimentari e ci sono il Sahel e la  R.C.A. dove la popolazione si trova ad affrontare la violenza, la povertà e la mancanza di Stato. In tutto  sono 16 milioni le persone a rischio di morire di fame a causa di conflitti, condizioni meteorologiche estreme e la crescita della popolazione.

In queste regioni, le Nazioni Unite hanno adottato un approccio in due fasi che mira a fornire assistenza alimentare, rafforzando la resistenza delle persone agli shock e l’impatto della siccità. 

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Perchè non proviamo a far resistere un po’ la popolazione del mondo che non ha bisogno di nulla (al miliardo ci arriviamo?) e non dividiamo con gli altri (i restanti sei miliardi) il superfluo tolto a questi “pochi fortunati”? 

Pubblicato da itakweflavio

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