Tre notizie, tre tragedie

Facciamo una postilla perché in data di oggi (2 Luglio 2014), altre tragiche situazioni si sono verificate!  Avremmo voluto augurare buone vacanze a tutti, anche all’odio sparso di qua e di là, che acceca gli animi e induce alla vendetta senza sosta!

 

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Dalle ore 8.00 di stamani (30 Giugno 2014) fino al primo pomeriggio, tante sono state le notizie dal mondo (e quasi tutte negative!), ma tre in particolare sono state tre tragedie!!

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Ieri all’Angelus, il Papa si è unito alla sofferenza delle famiglie contro cui verso la metà del mese di giugno erano avvenute violenze terribili in Iraq, auspicando che il dialogo lasciasse il posto alla violenza. Il martirio continua ed il sangue versato da tanti innocenti si unisce a quello di Cristo!

Francesco prega per l’Iraq: a Taza bambini decapitati e crocifissi

IRAQ, l’avanzata jihadista dell’ISIS terrorizza il mondo

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Oggi la proclamazione dello Stato islamico, che si estenderebbe dalla Siria all’Iraq.

da misna: 30 Giugno 2014 – 8:06 – IRAQ

I RIBELLI PROCLAMANO LO “STATO ISLAMICO”

Ribelli proclamano lo Stato islamico in Iraq
Ribelli proclamano lo Stato islamico in Iraq

I ribelli sunniti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) hanno proclamato la costituzione di un califfato nelle aree sotto il loro controllo.

La nascita dello “Stato islamico”, guidato dal “califfo” Abu Bakr al Baghdadi, è stata annunciata attraverso una registrazione audio diffusa su internet. Nel documento i ribelli sostengono che la nuova entità è estesa dalla città siriana di Aleppo alla provincia di Diyala, nell’est dell’Iraq.

Nel fine-settimana combattimenti tra unità ribelli e forze regolari sono proseguiti a Tikrit, città natale dell’ex presidente Saddam Hussein situata circa 140 chilometri a nord-ovest di Baghdad.

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Nigeria: la situazione non migliora. Rapimenti, violenze, stragi continue senza sosta.

da misna – 30 Giugno 2014 – h. 10:57 – NIGERIA

CHIBOK BRUCIA ANCORA, FUGA DAI VILLAGGI

Nigeria: popolazione in fuga a causa di continue violenze
Nigeria: popolazione in fuga a causa di continue violenze

“Hanno attaccato di mattina perché sanno che la notte gli abitanti lasciano i villaggi e si rifugiano nella foresta, dormendo sugli alberi”: voci da Chibok, raccolte dalla MISNA all’indomani di una nuova strage a pochi chilometri dalla scuola dove ad aprile gli islamisti di Boko Haram hanno rapito più di 200 ragazze.

I commando, ieri, sono entrati in azione di mattina. I villaggi presi di mira sono Kwada e Kautikari, situati rispettivamente a dieci e otto chilometri da Chibok, sempre nello Stato nord-orientale di Borno. Secondo le fonti della MISNA, le vittime sono state “decine”, alcune delle quali uccise mentre in chiesa era in corso il servizio della domenica. “Hanno ammazzato tutti, anche tanti musulmani, che in questa regione della Nigeria sono la maggioranza e dunque le prime vittime di Boko Haram” dicono da Chibok. Sottolineando che la scelta di attaccare di mattina non è stata affatto casuale. “Da qualche settimana – spiegano alla MISNA – gli abitanti dei villaggi lasciano le loro case attorno alle cinque del pomeriggio e vi fanno ritorno solo all’alba”.

I contadini si rifugiano sugli alberi, con una coperta e un po’ di cibo, insieme con donne, bambini e anziani. Scappano da una violenza in apparenza indiscriminata, ma che sempre più assume i connotati di un conflitto civile. “Quelli di Boko Haram – dicono da Chibok – uccidono chiunque abbia a che fare con Maiduguri perché in questa città, la capitale dello Stato, la popolazione ha costituito milizie che arrestano i terroristi”.

Le unità di volontari, soprannominate “Civilian Task Force”, sono una risposta all’incapacità dell’esercito di garantire la sicurezza nonostante l’entrata in vigore di uno stato di emergenza in tutto il nord-est della Nigeria. “Nelle città più grandi la popolazione si è organizzata da sola – spiegano alla MISNA – e per questo Boko Haram assalta soprattutto villaggi isolati”.

Si capisce, allora, che migliaia di persone continuino ad arrivare a Maiduguri in cerca di protezione. Nella capitale sono giunti anche parenti delle ragazze di Chibok, scomparse nel nulla la notte tra il 14 e il 15 aprile. Nel fine-settimana l’unica novità su questo fronte è stato l’annuncio statunitense di una riduzione della sorveglianza area finalizzata a identificare il luogo di prigionia delle giovani. Secondo l’ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, “oggi non abbiamo un’idea più precisa di prima di dove siano le ragazze”.

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Italia: per fuggire a una situazione tragica, decine di migliaia di profughi continuano a sbarcare sulle nostre coste ormai da anni e quasi ogni giorno si allunga la lista di chi a riva non è mai sbarcato! 

Anche chi è contrario in assoluto all’accoglienza dei profughi e dei clandestini, dovrebbe riflettere sulla fortuna che gli è toccata, solo per essere nato in un posto diverso, puramente per casualità, o meglio: per volontà del Buon Dio!! E non certo nella Sua volontà c’era una sorte così tragica per tanti altri!! Dove sta la solidarietà, che dà vita alla Provvidenza divina?  Gesù ha chiesto la nostra collaborazione per operare il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Pensiamoci!

da Misna: 30 Giugno  2014 – h. 13:08  MEDITERRANEO

TRAGEDIA NEL CANALE DI SICILIA, EMERGENZA PROFUGHI

30 Giugno 2014 - Ennesima tragedia alle coste della Sicilia: recuperati 30 cadaveri
30 Giugno 2014 – Ennesima tragedia alle coste della Sicilia: recuperati 30 cadaveri

Guerra in Siria, ripresa dell’esodo dal Corno d’Africa, trafficanti ancora più spregiudicati: sono queste, dicono alla MISNA responsabili di Caritas, le concause di tragedie come quelle dei 30 migranti morti per “probabile asfissia e annegamento” nella stiva di un barcone soccorso nel Canale di Sicilia.

Il peschereccio a bordo del quale si è verificato il dramma è stato intercettato dalla Marina militare italiana ieri. A bordo c’erano circa 600 persone, oltre le 30 vittime, morte prima che scattasse l’operazione di soccorso e che il barcone fosse scortato verso il porto di Pozzallo. Secondo la Marina militare, nei primi sei mesi del 2014 gli arrivi sulle coste italiane sono stati 65.000, circa 5000 in più dell’intero 2011, un anno record. E solo nelle ultime 48 ore a sbarcare sono stati 5000 migranti.

“Sono i numeri di un’emergenza – sottolinea Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas – che bisogna affrontare garantendo una primissima accoglienza e organizzando subito una ridistribuzione sul territorio nazionale”. Un impegno complesso, per le quali servono strutture di accoglienza adeguate, nonostante quasi la metà dei migranti scelgano poi di proseguire verso il Nord Europa. “L’unico centro all’altezza – dice Forti – è quello di Mineo, in Sicilia, dove però oggi ci sono 4000 persone a fronte di una capacità di 2500”.

Secondo il responsabile di Caritas, l’aumento degli arrivi è conseguenza di “un combinato disposto” di fattori internazionali. “Una parte dei profughi costretti a lasciare la Siria dopo l’inizio del conflitto nel 2011 – sottolinea Forti – decide di partire per l’Europa via terra o via mare perché la guerra continua e non ha possibilità di rientrare in patria”. Secondo il responsabile di Caritas, del resto, sono in aumento anche le partenze dal Corno d’Africa, una regione di conflitti e povertà che non ha trovato un proprio equilibrio. Un ultimo elemento, poi, è l’operazione Mare Nostrum. “Ha contribuito a scongiurare il ripetersi di tragedie come quella del 3 ottobre scorso a Lampedusa – sottolinea Forti – ma anche spinto i trafficanti a rischiare di più per il fatto che i soccorsi dei barconi da parte della Marina militare scattano già a poche miglia dalle coste della Libia”.

Pubblicato da itakweflavio

ITA  KWE  ("Fratello di tutti" nella lingua Centrafricana Sango) è un'associazione nata il 24 maggio 2012 in memoria di Flavio Quell'Oller.     Si prefigge di portare avanti la sua opera di carità missionaria con progetti concreti e duraturi, in Italia e all'estero.  Per un contributo che non costa nulla ma che vale molto, indicare il Codice Fiscale numero: 9 5 1 5 8 2 3 0 1 0 2    nella sezione delle O.d.V.