Speriamo bene!

Mentre ieri riportavamo le tristi notizie dai missionari …. al fronte …, oggi ci rallegriamo per la novità riportata su misna, Avvenire, La Stampa e qualche altro quotidiano nazionale (ci augureremmo anche “inter-nazionale”, perché su Journal de Bangui, fino a stamani non compariva nulla!).

Si tratta di un tentativo di mediazione della Comunità di Sant’Egidio a cui si stava lavorando silenziosamente da mesi.  In effetti ci eravamo un po’ stupiti del fatto che durante i vari incontri degli ultimi tempi, i rappresentanti della Comunità non ricordassero pubblicamente il conflitto in atto anche in Centrafrica, nominando invece tutti gli altri del mondo. Nel periodo in cui era ancora aperta la petizione “Appello urgente per il Centrafrica” il messaggio era stato fatto girare tramite i nostri contatti anche ad alcuni membri della S. Egidio, però sembrava essere caduto nel vuoto.

Invece ci hanno fatto una bella sorpresa! Sebbene alla fine ce lo aspettassimo, perché proprio durante il nostro ultimo Consiglio direttivo (solo due giorni fa), una delle socie fondatrici ci aveva dato in anteprima la notizia che qualcosa si stava davvero muovendo da parte loro, nella massima discrezione.

SPERIAMO BENE!!!

“BANGUI. Un passo verso la pace in Centrafrica. Alla presenza del corpo diplomatico, di organizzazioni nazionali e internazionali e del governo, il presidente Michel Djotodia, il premier Nicolas Ntiangaye e il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Alexandre-Ferdinand Nguendet hanno firmato nella capitale Bangui il “patto repubblicano”. Il documento era stato stilato a Roma, nella sede della Comunità di Sant’Egidio, durante i colloqui di settembre tra esponenti dell’esecutivo, del Consiglio nazionale di transizione, della società civile e delle confessioni religiose. Il “patto” impegna le forze vive della nazione nella difesa della democrazia e dei diritti umani. Il testo, inoltre, predispone una serie di meccanismi per la prevenzione e la gestione dei conflitti.

Il Paese è caduto in una spirale di violenza dal marzo scorso, quando un colpo di stato dei ribelli della coalizione Seleka ha destituito il presidente Francis Bozizé. Il leader è stato sostituito da Michel Djotodia. Bande armate fedeli all’uno o all’altro schieramento seminano il terrore. Di recente, ci sono stati dei miglioramenti nella capitale Bangui mentre nelle regioni occidentali e settentrionali si registra un numero incessante di violenze. Il patto siglato ieri rappresenta dunque un tentativo concreto per mettere fine al massacro. Sancendo «il rifiuto della violenza armata e la lotta alla corruzione», ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro rende possibile far procedere «il confronto tra le parti.”

Pubblicato da itakweflavio

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