Più che un ricordo, un obbligo!!

Facciamo una integrazione all’articolo pubblicato appena scoccata la mezzanotte, perchè proprio stamani, nel cercare le ultime notizie dalla R.C.A. ad un anno di distanza dal colpo di stato messo in atto dagli uomini armati della Seleka, abbiamo trovato questo triste “festeggiamento” della giornata a cui abbiamo fatto riferimento nel testo. Non aggiungiamo alcun commento!

 

da misna: Marzo 24, 2014 – 10:42 KENYA

ATTACCO AD UNA CHIESA A SUD DI MOMBASA, IL RACCONTO DI UN MISSIONARIO 

“Erano da poco passate le nove del mattino quando abbiamo sentito i primi spari. Poi le urla e tanta gente che scappava dappertutto. La nostra comunità è sotto shock”: lo ha raccontato alla MISNA padre Joseph Waithaka, missionario della Consolata a Likoni, sud di Mombasa, teatro ieri di un attacco armato ad una chiesa evangelica.

L’assalto, condotto da uomini armati durante la messa domenicale ha causato vittime e feriti tra i fedeli in preghiera. “Le ultime informazioni circolate riferiscono di cinque morti e una ventina di feriti” riferisce ancora l’interlocutore, la cui missione dista appena 200 metri dal luogo della sparatoria.

“Questo è un piccolo centro alle porte di una grande città, ma qui la gente vive in pace, anche se negli ultimi anni le tensioni – alimentate dalla polemica seguita all’intervento del Kenya nella vicina Somalia – non sono mancate”.

Il Kenya è nel mirino dei gruppi estremisti islamici, primo fra tutti Al Shabaab, da quando, nell’ottobre 2011, è intervenuto militarmente nel sud della Somalia per sostenere il governo di Mogadiscio contro gli insorti.

“Anche se l’attacco non è stato rivendicato, gli indici sono puntati su Al Shabaab, e comunque i testimoni riferiscono che i ragazzi che hanno compiuto il massacro erano somali” dice ancora il religioso. Immediata la condanna del gesto “terroristico” da parte delle istituzioni e delle autorità religiose cristiane musulmane. “Ancora una volta ci troviamo a dover sottolineare che l’Islam è una religione di dialogo e di tolleranza – hanno dichiarato in un comunicato i responsabili della comunità musulmana – e non ha niente a che vedere con atti di odio nei confronti dei nostri fratelli”.

QUESTO E’ SUCCESSO ALLA VIGILIA DI OGGI

24 marzo: 22^ Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri 

Ecco il perché di questa data:

il 24 marzo 1980mentre celebrava l’Eucaristia, venne ucciso Monsignor Oscar  A. Romero, Vescovo di San Salvador nel piccolo stato centroamericano di El  Salvador. La celebrazione annuale di una Giornata di preghiera e digiuno in ricordo dei missionari martiri, il 24 marzo, prende ispirazione da quell’evento sia per fare memoria di quanti lungo i secoli hanno immolato la propria vita proclamando il primato di Cristo e annunciando il Vangelo fino alle estreme conseguenze, sia per ricordare il valore supremo della vita che è dono per tutti. Fare memoria dei martiri è acquisire una capacità interiore di interpretare la storia oltre la semplice conoscenza.

22^ Giornata martiri missionari

Presentando la giornata di preghiera e digiuno per i missionari e le missionarie uccisi durante il loro servizio di evangelizzazione, non si può ignorare il dibattito sempre aperto attorno a questo evento: martiri o no? Già dai tempi di san Massimiliano Kolbe, missionario in Giappone, ucciso dai nazisti nel campo di Auschwitz, ce lo si chiedeva. Secondo Giovanni Paolo II fu ucciso a causa della fede e quindi fu martire. La provocazione, da lasciare agli esperti, suggerisce a noi di rileggere la proposta della giornata alla luce dell’anno appena trascorso, dedicato alla fede. Chi si incammina per la via della fede cristiana sa che la Parola di Gesù, che propone amore, condivisione e pace, si scontra comunque con i poteri dominanti e la mentalità prevalente. I primi secoli del cristianesimo furono soprattutto tempi di martirio per masse di credenti i cui nomi ignoriamo. Ricordare i missionari uccisi – insieme all’enorme numero di quanti per la fede hanno subito e subiscono persecuzione fino alla morte – è anche affermare che non c’è credere senza “dare la vita” come Gesù. La fede è autentica se si mostra all’esterno e si spende per gli altri, anche se c’è un prezzo da pagare!

Anche i nostri missionari in prima linea in Centrafrica ne sanno qualcosa. E per il loro impegno a fianco dei più deboli, anche rischiando in prima persona, li ringraziamo!!

Ricordiamoci del prossimo appuntamento, che è proprio domani (24 Marzo) e cade a proposito.

 

Pubblicato da itakweflavio

ITA  KWE  ("Fratello di tutti" nella lingua Centrafricana Sango) è un'associazione nata il 24 maggio 2012 in memoria di Flavio Quell'Oller.     Si prefigge di portare avanti la sua opera di carità missionaria con progetti concreti e duraturi, in Italia e all'estero.  Per un contributo che non costa nulla ma che vale molto, indicare il Codice Fiscale numero: 9 5 1 5 8 2 3 0 1 0 2    nella sezione delle O.d.V.