Ribelli senza nome!

E’ di poche ore fa questa notizia tratta da misna. Che impatto avrà sui componenti della coalizione ribelle?? Non avranno più un nome ma avranno ancora le armi!! Saranno fuori controllo del tutto o questo li spingerà ad arrendersi? 

La cosa certa è che la popolazione è al limite di ogni umana sopportazione e che si è arrivati al rischio quasi sicuro di una guerra civile camuffata da guerra di religione.

Il numero dei morti accertati nell’ultimo episodio di sangue, a Bossangoa, è salito a cento e ieri c’erano state notizie di altre violenze vicino a Gofò, da dove era partito tutto nel mese di dicembre dello scorso anno. 

Noi siamo ancora fiduciosi e stiamo procurando alcuni materiali a P. Cipriano per il suo rientro a Bocaranga ai primi di ottobre, accontentando anche le richieste di Giuseppe Colombo e di Suor Veronique per l’ospedale ed il centro di riabilitazione, continuando a sperare che presto tutto questo finisca ….. prima che sia davvero troppo tardi!!

Bangui, 13 Settembre 2013 

E’ stata ufficialmente sciolta la coalizione ribelle Seleka, autrice di un colpo di stato che lo scorso 24 marzo ha destituito il presidente François Bozizé, portando al potere Michel Djotodia, poi designato presidente di transizione. Ad annunciare il provvedimento è stato lo stesso Djotodia nel corso di un discorso  alla nazione in lingua nazionale sango, pronunciato al palazzo presidenziale di Bangui al termine di una riunione dedicata alla crisi in Centrafrica. A cinque mesi dal colpo di stato, le nuove autorità non riescono ad avere il controllo sui propri uomini, il cui numero è cresciuto in modo esponenziale, da 5000 combattenti ai tempi dell’offensiva verso la capitale, partita dal nord-est nel dicembre 2012, a 25.000 oggi in base alle stime più accreditate.

“A partire da oggi la coalizione ribelle Seleka (creata lo scorso anno da vecchie ribellioni centrafricane, ndr) non esiste più e nemmeno la Convenzione dei patrioti per la giustizia e la pace (Cpjp, ribellione che ha visto una sua fazione allearsi alla Seleka, ndr). Sono sciolte” ha detto Djotodia, primo presidente musulmano in un paese a maggioranza cristiano. “Tutti quelli che continueranno a proclamarsi  esponenti di queste due entità saranno considerati banditi” ha aggiunto il presidente di transizione senza, però, precisare modalità e tempi di attuazione del provvedimento. La maggior parte di questi combattenti sono stranieri – per lo più ciadiani e sudanesi – e non rispondono alle autorità centrali ma a capi locali che hanno diviso la capitale e il paese in zone di influenza. Da cinque mesi gli ex-ribelli Seleka sono responsabili di saccheggi, furti e violazioni dei diritti umani ai danni dei civili, facendo ulteriormente sprofondare il paese già povero, nell’instabilità più totale e in una grave crisi umanitaria.

Dallo scorso fine settimana, mentre a Bangui è stata avviata una lenta operazione di disarmo e accantonamento degli uomini della Seleka, si è aperto un nuovo fronte di insicurezza nella regione dell’Ouham, in particolare a Bossangoa e Bouca, zona di origine dell’ex presidente Bozizé. Almeno un centinaio di persone è rimasto ucciso in violenze dalla dinamica ancora tutta da chiarire: secondo Djotodia “non ci sono stati combattimenti ma piuttosto attacchi mirati da parte di un gruppo di assalitori contro abitanti di confessione musulmana e con l’intento di utilizzare civili come scudi umani in caso di risposta da parte delle forze di difesa e sicurezza”.

Pubblicato da itakweflavio

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