Non c’è tregua per i poveri!

Da giorni l’opinione pubblica commenta l’ennesima tragedia di Lampedusa. Questa volta il numero delle vittime è più alto di quelle precedenti, ma la disperazione non si misura solo per questo. La tristezza più grande è che non per tutti si tratta di una tragedia!  Ancora una volta c’è chi rimane indifferente, se non addirittura rallegrato da quel che è avvenuto!

La vera miseria umana è proprio questa: non  la condizione di chi dalla povertà e dalla guerra scappa alla ricerca di una speranza per il futuro rischiando in ogni caso la vita, ma la mancanza di ogni tipo di speranza in chi non ha bisogno di cercare nulla di meglio perché ha già tutto ciò che serve, senza riconoscere di essere in lotta con la propria coscienza e quindi perennemente in battaglia e contrariato da tutto.

Tante volte è stato detto: “Mai più guerra!” e immancabilmente il combattimento continuava o ne sorgeva uno nuovo. Troppe volte le popolazioni sono state costrette agli esodi e agli esili e questi spostamenti hanno causato altre tribolazioni, emarginazioni, umiliazioni.

L’uomo, si sa, è pellegrino su questa terra, ma sarebbe davvero bello se almeno facesse il suo viaggio … in pace!!

E anche oggi riportiamo sotto un’altra pagina triste che parla del Centrafrica, rabbrividendo all’idea che si faccia passare ciò che sta accadendo come una guerra di religione!

R.C.A. – 7 Ottobre 2013 – tratto da misna

“Almeno 14 persone hanno perso la vita nell’ultima ondata di violenze che si è verificata nella remota città orientale di Bangassou, causando anche la fuga di migliaia di persone. “Gli ultimi quattro civili uccisi sono cristiani”: il bilancio è stato riferito dal vescovo locale, monsignor Juan José Aguirre, aggiungendo che “alla sede della diocesi stiamo facendo fronte all’arrivo di migliaia di donne, bambini e uomini in cerca di un rifugio”. Ancora una volta la responsabilità degli ultimi disordini è stata assegnata agli uomini della coalizione ribelle Seleka, che ha preso il potere con un colpo di stato lo scorso 24 marzo. Da allora le nuove autorità di transizione, a cominciare dall’ex capo ribelle proclamato presidente, Michel Djotodia, non riescono a ristabilire l’ordine e la sicurezza su tutto il territorio nazionale. Nonostante il perdurare delle violenze, la scorsa settimana il governo ha deciso di rimuovere il coprifuoco decretato all’indomani del putsch militare.

A Bangassou, 750 km ad est di Bangui, il confronto violento è cominciato martedì scorso, quando i cristiani sono scesi in piazza per protestare contro gli abusi dei ribelli Seleka, a maggioranza musulmana, stabiliti in città. Abitanti musulmani assieme ai combattenti armati hanno cercato di bloccare la marcia: nei disordini successivi dieci persone sono morte, lo stesso numero dalle due parti.

L’incapacità delle nuove autorità di riprendere la situazione in mano, in mancanza di forze di sicurezza competenti e di mezzi militari, sta spingendo la comunità regionale ad intervenire in Centrafrica, dove ha già dispiegato un suo contingente (Fomac) di 2000 uomini. Oltre ai paesi vicini della Comunità degli Stati dell’Africa centrale (Ceeac) anche l’Unione Africana (Ua), la Francia e l’Onu dovrebbero contribuire alla futura Missione di stabilizzazione africana in Centrafrica (Misca), con 3600 soldati da dispiegare prima del 2014.

Proprio oggi ad Addis Abeba, sede dell’Unione Africana, si terrà una riunione di esperti militari per definire la strategia dell’operazione, pianificare il suo dispiegamento, valutarne le necessità in uomini ed equipaggiamenti. Dal punto di vista finanziario, un sostegno arriverà dall’Unione Europea (Ue), dalla Francia e dall’Onu. Entro la fine del mese il Consiglio di sicurezza dovrebbe approvare una prima risoluzione sul Centrafrica, presentata da Parigi, per formalizzare il sostegno alla missione dell’Unione Africana. Ricco di oro, uranio e diamanti, il Centrafrica è un paese altamente instabile e con rapporti difficili con i vicini, in particolare il Ciad, la cui popolazione di 4,5 milioni di abitanti sopravvive nella povertà”.

Pubblicato da itakweflavio

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