Sulla stessa barca ma non tutti!!

Se fino a qualche anno fa ci si illudeva di potersi accaparrare “un’isola felice” da qualche parte (chi pensando a paradisi economici e fiscali, chi a paradisi politici, chi a quelli climatici o geografici, chi a quelli culturali o spirituali, ecc., ecc.) ora pare proprio che, tolti i grandi al potere e i Paperon de’ Paperoni che però qualche briciola la lasciano cadere in una beneficenza più o meno di facciata, in tutto il mondo ci si ritrovi sulla stessa barca!  La parola che viene alla mente è quella più usata negli ultimi anni: globalizzazione, sebbene ora sia stato affermato che questa sia giunta alla sua morte naturale dopo circa trent’anni dalla sua comparsa sulla scena mondiale.

Con la scusa di abbassare i prezzi della benzina, di servizi, dei principali beni di consumo, di alcuni generi alimentari, e non solo, venne varata le legge di liberalizzazione del prezzo di vendita sul mercato con la promessa che  il consumatore ci avrebbe guadagnato per via della concorrenza al ribasso. ….. E’ inevitabile che ci siano sempre dei vincitori e dei vinti, dei conquistatori e degli schiavi, degli sfruttatori e degli sfruttati. La stessa cosa è nata con il discorso di scambi culturali e commerciali internazionali, illudendo le popolazioni che ci sarebbe stata la possibilità di trovare …. tutto …… dappertutto…… a prezzi favorevoli e con il vantaggio dell’esportazione dei prodotti nazionali, dell’aumento del prodotto interno lordo dei propri Paesi, con il benessere (solo di alcuni!!!) perennemente in crescita!

Non ci vuole molto studio per capire che così non è stato e che allo stesso modo la globalizzazione non ha innalzato il livello di vita “globale” creando vere e proprie disparità e schiavitù economiche, mediatiche e sociali, per non parlare dei rapporti interpersonali, che a causa della tecnologia e dei nuovi sistemi di comunicazione sono stati letteralmente stravolti. Da una parte tutti sanno tutto di tutti e dall’altra non ci si parla più in famiglia, da una parte vengono evidenziati come positivi gli eccessi e dall’altra viene derisa la vita semplice legata alla tradizione e al buon senso.

Urlando a favore della diversità “imbrigliandola” nella “globalità” si stravolge l’autenticità personale ed il rispetto reciproco degli ideali e del pudore: ci si disumanizza sempre più!

I risultati dello sfruttamento, dell’industrializzazione, dell’urbanizzazione disumana, della corsa agli armamenti, dell’economia virtuale e della scorrettezza politica, accompagnate dalla onnipresente corruzione e dall’immoralità (di qual si voglia tipo) stanno portando il mondo verso il “disastro globale” più che verso la giustizia e il benessere sociale. Da millenni pare che gli errori umani vengano dimenticati in brevissimo arco di tempo e tutta l’esperienza raccolta da chi ci ha preceduto non sia minimamente considerata: pur documentando ogni cosa la nostra memoria lascia molto a desiderare. Un uomo fa e un altro disfa e la ricerca della felicità risulta ossessionante e senza fine.

Per questo, ancora una volta, richiamiamo a ciò che è veramente importante secondo quanto vorremmo condividere il più possibile con tutti: un messaggio di fratellanza e di rispetto per ogni persona in qual si voglia parte del mondo. Volenti o nolenti “siamo tutti sulla stessa barca” (anche quelli che per ora sono su una nave di lusso!!) e i tragici eventi che ora colpiscono l’Italia del Centro in continuo allarme per via delle scosse telluriche e del Sud con le copiose alluvioni di questi giorni, ma non certo le uniche, sono molto eloquenti perché, malgrado tutti i progressi fatti dall’uomo, le tragedie lo colpiscono in ogni dove e nei modi più diversi.

Pubblicato da itakweflavio

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