Per chi avrà pazienza di leggere tutto, il rimando è all’articolo successivo. Intanto grazie a Fernanda per la sua condivisione con noi e per il fraterno ricordo che ha di Flavio, dimostratosi anche nel sogno di cui a pag. 116-117 del testo cartaceo e 110-112 dell’e-book, riportato al capiotolo:”CASUALITA'”.
La lettera qui di seguito è indirizzata alla moglie di Flavio, ma è stato dato il permesso per la pubblicazione.
So soltanto che il primo miracolo, avvenne quando in dieci giorni padre Pancrazio ebbe dal Provinciale il permesso di partire ed io e Carlo i passaporti per l’espatrio. Era come se senza aiuto terreno, ci si spianasse la strada per accelerare le cose abolendo ogni tipo di burocrazia in tutto e per tutto.
Carlo, prima di partire ci fece un discorso, molto chiaro e perentorio: pur avendo ricevuto i Sacramenti lui si dichiarava praticamente ateo. Lui assecondava le mie volontà, però veniva con noi a condizioni ben precise: noi per tutto quel viaggio, potevamo pregare, cantare o fare quello che ci faceva piacere, lui avrebbe guidato il Transit e ci avrebbe condotti ovunque noi desiderassimo… però, c’era un però! Per alcun motivo, nessuno di noi doveva permettersi di coinvolgerlo chiedendogli di fare quello che facevamo noi… niente preghiere, canti sacri… niente di niente, altrimenti lui avrebbe tirato il freno a mano, si sarebbe fermato e sarebbe sceso, ovunque ci trovassimo… e che poi si facesse ciascuno di noi quello che meglio si preferiva! Padre Pancrazio e Flavio sorridevano… mi pare di vedere ancora il sorriso di Flavio, che di poche parole com’era lui, trasmetteva con gli occhi quello che non diceva a parole… era l’identico sorriso con cui al ritorno, ma a parole gli diceva: “Hai visto? Tu sei stato il più fortunato di tutti noi, perchè quello che hai provato tu, noi non l’abbiamo nè visto nè sentito”
Tralascio molti particolari, tranne il fatto che quando si entrava necessariamente nei bar, il clima era glaciale… si sentiva sussurrare: “Il Pope, il Pope” in direzione di Padre Pancrazio e gli sguardi diventavano ostili, come quelli di Carlo che era sulla difensiva al massimo, pronto a scattare in caso di pericolo e Flavio diceva che avevamo la guardia del corpo…
Arrivo al primo fatto strano, appena abbiamo parcheggiato sul piazzale della basilica… deserto come tutto era deserto attorno ad essa. Niente case, niente auto solo sterminate piantagioni di tabacco… direi, non una basilica nel deserto, ma una basilica nel tabacco. Appena scesi, fatti pochi passi, Carlo si è fermato di botto per raccogliere qualche cosa da terra e chiedendoci cosa fosse quel “coso”. Era un anello rosario.
Flavio e padre Pancrazio non hanno parlato e si sono guardati sorridendo di nuovo e all’insistenza di Carlo, il frate gli ha risposto: “E’ un rosario, guarda che combinazione, è stato fatto trovare proprio a te…”
I giorni a disposizione erano pochi e ogni giorno il frate concelebrava le suggestive Messe e ci era permesso di entrare nella piccola cappella, mentre la Madonna appariva ai ragazzi. Cose da far accapponare la pelle… altro che ciarlatani! Ma posso dire che le cose si sono susseguite due o tre giorni prima della partenza, quando sia io sia il frate siamo stati male… Padre Pancrazio era all’inizio del male che poi gli avrebbero diagnosticato ed io, eravamo arrivati al punto di pensare che non ce l’avrei fatta a tornare a casa. Carlo e Flavio si sono recati a Mostar per informarsi e avere gli orari di un volo che avesse riimpatriato immediatamente il frate e me. .. e il volo c’era per il giorno dopo.
Solo che il giorno dopo, nella tarda mattinata abbiamo entrambi cominciato a sentirci meglio, e migliorare di ora in ora, quel tanto che il frate ha addirittura concelebrato la Messa, mentre io ho potuto essere presente all’ultima apparizione, prima di partire e mentre Carlo decideva, annoiandosi, di andare a farsi un giro fuori dalla Chiesa…con il fratello di Flavio… Era novembre e all’ora del rosario stava già imbrunendo. So che mentre i veggenti parlavano con la Madonna, all’improvviso è venuto buio e fuori si è scatenato l’inferno… Tuoni e fulmini e una fortissima tempesta. Finito il rosario, prima della Messa, eravamo tutti preoccupati per Carlo e Rino… Flavio vedeva Rino che stava bene, ma mancava sempre Carlo all’appello…. quando ad un certo punto Flavio si avvicina a noi, sempre con lo stesso sorriso rassicurante ci dice che lo ha trovato… e di guardare dove fosse: Carlo era inginocchiato davanti alla statua della Madonna (peraltro a nostro dire, neppure tanto bella) che pregava e piangeva.
Nel viaggio del ritorno ci ha detto che mentre stava diluviando si trovava da solo sulla collina, una pietraia allora impraticabile, dove era apparsa la prima volta ai veggenti e che…
Nessuno di noi ha saputo mai realmente cosa avesse visto, o cosa avesse sentito…
Posso dirti che è tornato pregando, recitando il rosario con noi, che abbiamo fatto un viaggio di ritorno bellissimo e che io da quel momento sono stata benissimo. Purtroppo non fu così per padre Pancrazio.
Posso dire che i medici dell’IST non si sono mai spiegati l’evento e che hanno continuato a controllarmi per anni ben oltre al normale e pur non ammettendo che ci fosse stato un miracolo, mi hanno sempre dato per spiegazioni delle proprie opinioni non scientifiche…
Io non ho mai voluto divulgare la cosa, perchè non ho avuto nessun segnale di farlo. La Madonna insisteva affinchè ci si convertisse, che ci sarebbe stata la guerra e tanti messaggi, ma penso che in quel momento non desiderasse pubblicità su miracoli, altrimenti le sarebbe stato facilissimo farcelo capire o rivelarlo ai veggenti…
Ripeto io sono sempre stata terrorizzata da ogni fanatismo.. che ritengo sia la forma più dissacrante di interpretare la religione.
Ma ora è stato necessario rendere pubblico ciò che era successo quasi trent’anni fa per condividere quanto ho nuovamente vissuto.
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Silvana carissima,
hai visto che finalmente sono comparsa? In queste cose, purtroppo (o per fortuna di chi mi legge), ho dei tempi lunghissimi…rifletto molto prima di espormi, perchè già allora ero stata fatta oggetto di curiosità da parte di chi voleva farmi raccontare pubblicamente la mia esperienza…cosa che ho sempre categoricamente rifiutato per molteplici motivi, ma principalmente perchè non capivo la ragione per cui mi fosse stato fatto questo dono… proprio a me, col mio vissuto, la mia quotidianità. Ma come mi veniva sempre risposto da Flavio, le vie del Signore sono misteriose e non sempre ci è dato di conoscerle o spiegarle… e ancora oggi, ritengo che sia il ragionamento più plausibile. Mi unisco a tutti voi, anzi eludo la fila e mi porto ai primi posti per porgere i miei auguri a Papa Francesco e prego per lui affinchè Dio lo aiuti e lo protegga nel difficile compito che ha intrapreso. A tutti voi vadano i miei più affettuosi saluti. Fernanda
Grazie Fernanda per aver condiviso con noi le esperienze che avevate vissuto tu e Carlo insieme a p. Pancrazio, Rino e Flavio.
E’ una testimonianza molto importante!
Silvana