“CRISI PEGGIORA OGNI GIORNO”

Il titolo dell’articolo è una frase pronunciata venerdì scorso dal vescovo di Bangui, a proposito della situazione in cui si trova il suo Paese. ultimamente c’era stata l’illusione che davvero qualcosa stesse cambiano in meglio, che l’attenzione posta anche a livello internazionale fosse servita: invece non è così!!  Per ora non si riescono ad arginare a a tenere sotto controllo gli uomini armati e senza scrupoli che agiscono così indisturbati seminando continuamente violenza e terrore tra la popolazione ormai allo stremo. Ma confidiamo che l’appello di monsignor Nzapalainga non cada nel vuoto e abbia un seguito positivo.

Tratto da misna CENTRAFRICA -18/10- ottobre 18, 2013 – 19:04 CENTRAFRICA

ARCIVESCOVO DI BANGUI:  “CRISI PEGGIORA OGNI GIORNO”

<<“La situazione sta peggiorando di giorno in giorno. Il paese è diventato una polveriera”: è questo il messaggio che l’arcivescovo di Bangui, monsignor Dieudonné Nzapalainga, rivolgerà lunedì al Consiglio dei diritti umani dell’O.N.U. a Ginevra, con l’intento di suscitare l’attenzione della comunità internazionale sulla crisi in atto in Centrafrica dal colpo di stato dello scorso 24 marzo. Nelle ultime settimane l’arcivescovo assieme ad altri leader religiosi cristiani e all’Imam di Bangui ha portato un messaggio di pace ai quattro angoli del paese, ma è stato anche testimone di violenze e distruzioni su vasta scala.

“Non possiamo più quantificare il numero di abusi commessi. La gente è stata uccisa, le donne sono state stuprate dai ribelli e le case sono state incendiate” ha denunciato monsignor Nzapalainga, riferendo che i ribelli della coalizione Seleka, autrice del colpo di stato, sono passati da 3.500 lo scorso marzo a 25.000 oggi, che hanno arruolato bambini e che le armi di piccolo calibro in circolazione sono sempre più numerose. Dal canto suo la popolazione ha cominciato ad organizzarsi in milizie di autodifesa dotate di armi “fatte in casa per resistere ai ribelli”, per lo più combattenti originari da Ciad e Sudan.

Dopo Bangui, dove la situazione starebbe migliorando dal punto di vista della sicurezza, è a 300 km di distanza, nella città settentrionale di Bossangoa, che la crisi ha raggiunto il suo apice nelle ultime settimane. Più di 2000 case sono state distrutte e 37.000 persone si sono rifugiate nella locale missione cattolica, dove la situazione umanitaria è sempre più critica: malnutrizione cronica e malattie mietono tra quattro e cinque vittime al giorno.

“Urge che la missione panafricana (Misca) venga dispiegata su tutto il terri torio nazionale e che il suo mandato venga ampliato nell’ambito delle Nazioni Unite”: è la prima richiesta che l’arcivescovo formulerà a Ginevra, auspicando anche il sostegno della comunità internazionale sul fronte umanitario, l’apertura di un’inchiesta da parte della Corte penale internazionale per fare piena luce sulle violazioni commesse e la creazione di una commissione elettorale incaricata di organizzare un voto credibile entro la scadenza prevista di 18 mesi.>>

 

Pubblicato da itakweflavio

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