BENTORNATI E …. ARRIVATI BENE!!

Malgrado un ulteriore ritardo, dovuto al volo di stamani da Parigi, i “nostri due” con Cristian, p. Enzo Canozzi  e p. Carlo Rizzatti,  hanno finalmente fatto ritorno alle 12.30 circa   di oggi all’aeroporto C. Colombo di Genova.  Le disavventure dovute ai disagi e alla tensione per la presenza dei ribelli armati, non hanno scosso più di tanto i baldi giovani, dando loro la possibilità di visitare anche alcune città e zone del Camerun.  Inutile dire che l’entusiasmo è tanto e le cose da raccontare, le foto da vedere, i disagi degli spostamenti alle frontiere, non si possono riassumere in due righe.

In attesa che ci preparino qualcosa da pubblicare sul sito, vi proponiamo l’ultimo pezzo su Misna che riguarda la situazione attuale in R.C.A. –  Ci auguriamo che da questi disordini possa nascere comunque qualcosa di positivo, per cambiare finalmente una situazione di precarietà e di disagio tramutandola in crescita e sviluppo a favore della popolazione locale e che l’operato dei missionari e di chi, come noi, vuole contribuire alla dignità dei più bisognosi, sia rispettato e valutato proprio come bene primario di chi ne usufruisce sul luogo e di chi a tale scopo dedica anche l’intera vita.

Questo è il nostro augurio all’inizio del 2013.  Vi sapremo dire se il desiderio si potrà tramutare in realtà solo con l’evolversi degli eventi. Continuiamo a sperare!!

Dal notiziario Misna

Gennaio 3, 2013 – 18:55 CENTRAFRICA

SPINTE AL DIALOGO, A BANGUI CLIMA DI DIFFIDENZA

Un invito a “concentrarsi sul dialogo per impedire le violenze” e per “trovare una soluzione pacifica alla crisi” è stato rivolto al governo centrafricano e ai ribelli del Seleka dalle Nazioni Unite che hanno ribadito la propria disponibilità a “fornire ogni sostegno a negoziati politici”. A seguire l’evolversi della “situazione preoccupante” è la rappresentante Onu in Centrafrica, Margaret Vogt, che intrattiene un “dialogo costante” con le parti coinvolte. A quest’appello a dialogare, formulato in vista dell’appuntamento stabilito per l’8 gennaio a Libreville (Gabon) sotto la guida del presidente congolese Denis Sassou Nguesso – nominato mediatore dei paesi della Comunità economica dell’Africa centrale (Ceeac) – si è aggiunto quello di Pretoria.

 Il governo sudafricano ha chiesto ai gruppi armati centrafricani di “cessare immediatamente ogni ostilità”, di “astenersi da ogni atto di violenza ai danni dei civili” e di “rispettare i diritti umani”. In un comunicato diffuso dal ministero sudafricano per le Relazioni internazionali, gli attacchi commessi dai ribelli contro diverse città “minacciano la popolazione e la stabilità del paese”. In visita a Bangui, nei giorni scorsi il ministro della Difesa sudafricano Mosiviwe Mapisa-Nqakula ha sollecitato le parti a “trovare una soluzione negoziata e pacifica attraverso un dialogo politico”.

A favore dei colloqui di Libreville si sono anche espressi i quattro principali sindacati centrafricani. Alla coalizione del Seleka e all’esecutivo le centrali sindacali chiedono di avviare il negoziato “in tempi brevi” e “senza alcuna condizione” per ricercare “soluzioni rapidi alla crisi che impedisce ai lavoratori di esercitare liberamente le proprie attività”.

 Nonostante le ultime garanzie date dalla ribellione, che si è impegnata a fermare la propria avanzata verso la capitale – la città di Damara è l’ultimo centro a 75 chilometri a nord della capitale ancora in mano alle truppe governative – a Bangui il clima rimane incerto. Nelle ultime ore sia il Ciad che il Sudan hanno provveduto al rimpatrio dei propri concittadini residenti in Centrafrica.

“La compagnia di bandiera francese ha sospeso i suoi voli civili fino alla fine gennaio e per ora non sembra che ci siano altre compagnie africane ad assicurare il servizio. A questo punto, di fatto siamo bloccati qui” dice alla MISNA una fonte locale che preferisce rimanere anonima. Inoltre nella capitale le condizioni di vita si stanno facendo più complicate: molte attività sono chiuse, i prezzi della manioca e di molti generi alimentari sono triplicati e alcuni beni di prima necessità prodotti nelle regioni settentrionali cominciano a scarseggiare. “Poi la popolazione guarda con diffidenza i cosiddetti giovani patrioti (sostenitori del presidente François Bozizé, ndr) che hanno eretto posti di blocco e controllano con metodi contestabili chi transita per le strade di giorno come di notte” conclude la stessa fonte.

 

Pubblicato da itakweflavio

ITA  KWE  ("Fratello di tutti" nella lingua Centrafricana Sango) è un'associazione nata il 24 maggio 2012 in memoria di Flavio Quell'Oller.     Si prefigge di portare avanti la sua opera di carità missionaria con progetti concreti e duraturi, in Italia e all'estero.  Per un contributo che non costa nulla ma che vale molto, indicare il Codice Fiscale numero: 9 5 1 5 8 2 3 0 1 0 2    nella sezione delle O.d.V.