“Voglio però ricordarti com’eri | pensare che ancora vivi | Voglio pensare che ancora mi ascolti | e che come allora sorridi”. …. dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita in questi giorni .. e sono tanti … davvero tanti ….
Dopo la pubblicazione di “Prima che sia troppo tardi”, e in particolare dopo la costituzione di Ita Kwe Flavio Quell’Oller Onlus, in molti sono venuti a conoscenza di come Flavio abbia vissuto la sua vocazione missionaria e familiare. Molti sono anche coloro che conservano in cuore qualcosa di quei tredici mesi di profonda unione con lui a partire dal verdetto dei medici. Anche quel periodo di “calvario” ha avuto la caratteristica di essere “aperto”, praticamente di dominio pubblico essendo stato comunque affrontato non in un “appartamento” o in un’abitazione privata ma in convento, luogo di grande passaggio. Tra volontari, consorelle e confratelli, frati, amici e parenti diversi, ogni giorno è stato scandito da una visita e da una presenza che si aggiungeva alla famiglia. L’intento ovviamente era quello di esserci! Esserci per lui e per dare in qualche modo aiuto e sostegno a Silvana e ai quattro figli di cui tre ancora minorenni.
Verso il termine dell’autobiografia di Flavio, andando oltre la parte fotografica, ci sono alcuni ricordi (anche un testo di F. Guccini) e testimonianze che rendono l’idea di quanto vissuto. Tutto è stato un dono e tutto ha concorso a qualcosa di più grande, qualcosa di inevitabile e già previsto evidentemente nel pensiero di Dio.
Se in un post precedente, Ricordando Flavio, è stato citato il saluto della moglie al termine della cerimonia funebre, aggiungiamo qui la breve scritta riportata su un’aletta della copertina, sotto alla foto dei quattro figli (del maggio 2011) con accanto una farfalla. Nel giorno della memoria della morte del loro padre, proprio come oggi 6 agosto di ormai dieci anni fa, il suo ricordo sia di conforto e di sprone a continuare il cammino seguendo le orme di un papà così grande nella sua umiltà e nella sua coerenza; che disse qualche giorno prima di entrare in coma:
“Com’è duro per un padre dover lasciare i propri figli …. ”
E com’è duro per i figli dover crescere senza la presenza di un padre!
La morte lascia un mal di cuore che nessuno può guarire.
L’amore lascia un ricordo che nessuno può rubare.
Vero… 😢🙏❤🦋
Oggi anche io ricorderò Flavio con una preghiera!
Grazie di cuore Giugi! Tu sai cosa vuol dire … Una preghiera reciproca.🙏