21/3 = qualcosa in più!

Da ormai quindici anni la data del 21 marzo non è legata solo all’inizio della primavera, che è già una gran cosa considerando il “risveglio della natura” dopo la lunga sosta dell’inverno. C’è un altro legame che può dar vita a un “risveglio umano” e a una mossa per scuotersi dal torpore dell’indifferenza, della discriminazione e della emarginazione verso chi, una volta tanto, non ha qualcosa di meno ma una cosa in più. Parliamo di cromosomi e in particolare del ventunesimo!

La prima Giornata Mondiale della Sindrome di Down si è tenuta il 21 marzo 2006, riconosciuta poi dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2011. Il giorno e il mese (21/3) sono stati scelti per correlarli rispettivamente alla particolare numerazione cromosomica e al 21, che indica il cromosoma alterato, la trisomia 21, appunto. Negli ultimi anni sono stati raggiunti importanti traguardi, si è allungata l’aspettativa di vita di chi è ha questa sindrome ed è cresciuto il livello di autonomia di bimbi e ragazzi. Anche per gli adulti c’è più riconoscimento e spazio nel mondo del lavoro. Ma molto resta ancora da fare.

La giornata mondiale di quest’anno 21/03/2021 (in cui il 21 fa il .. bis!), ha come tema la “connessione”, termine ormai utilizzato più volte quotidianamente e …. “ricercato” nel vero senso della parola. Senza connessione siamo persi, ci manca quasi la terra sotto ai piedi, siamo “isolati”. Ecco quindi quanto importante deve essere il connettersi, mettersi in relazione con chi è più vulnerabile e ha bisogno di un contatto umano che purtroppo la pandemia ci ha quasi fatto dimenticare.

In un periodo di grave crisi non solo sanitaria ma anche sociale, umana ed economica i passi in avanti fatti negli ultimi anni, rischiano di retrocedere e di farci “disconnettere” isolandoci tra noi; sia con i più vicini e più cari, sia con i lontani e a noi indifferenti. Lo slancio che serve è quello della inclusione, della collaborazione e dell’inserimento nella scuola, nel lavoro, nel tessuto sociale. L’importante è non deturpare la bellezza di chi ha, pur nelle difficoltà da superare, già il dono della fanciullezza e della bontà d’animo di cui tutti abbiamo bisogno per .. vedere il volto di Dio!

Riflettiamo quindi su tutto questo e cogliamo le opportunità per avvicinarci almeno un po’ a chi con il suo bagaglio (senz’altro pesante da una parte ma in qualche modo anche leggero dall’altra) ha da insegnarci qualcosa in più!

Da leggere, o da rileggere, il libro: “La sorpresa di Peppo” , scritto a quattro mani dalla nostra socia Francesca Annelise Castagneto e da Paola Repetto. Il libro riassume in modo coinvolgente e scorrevole i primi dieci anni di vita di “Peppo”, ora adolescente pieno di interessi e aspirazioni per il futuro. Al libro, ma forse è più giusto dire a Pietro, è legato il progetto di ITA KWE per la Casa Santa Chiara di Mindelo – isola Sao Vicente – capo Verde, dove una quindicina di ragazze con trisomia 21, vengono accolte giornalmente e avviate verso l’indipendenza e l’autonomia lavorativa. I lavori per l’edificio sono ancora in corso, ma l’entusiasmo e la preghiera per queste giovani donne, deve servire a tutti noi per affrontare le sfide quotidiane con il sorriso e la gioia di vivere!

La sorpresa di Peppo
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E noi con tutto il cuore auguriamo al caro Peppo, Pietro Napoli, di realizzare i suoi sogni e di essere sempre felice, così come lo auguriamo alle nostre care amiche di Mindelo. Alle ragazze diciamo anche di avere ancora un po’ di pazienza perché presto avranno una casa tutta nuova e accogliente solo per loro! Qui di seguito una carrellata di immagini che ci hanno accompagnato in questi ultimi sei anni. Anche questo è un modo per sentirsi davvero uniti come fratelli!

Pubblicato da itakweflavio

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Una risposta a “21/3 = qualcosa in più!”

  1. Consiglio di leggere il libro “La sorpresa di Peppo” (io lo rileggerò…..) perchè le persone con la sindrome di Down hanno davvero “qualcosa in più”, come dimostra la carrellata di immagini:
    aiutano chi si sente giù, i loro sorrisi sono contagiosi, le loro risate sono una medicina per il cuore, i loro abbracci sono favolosi ed hanno un cuore fatto di oro puro.

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