Tempi duri per i padri …

…. e non solo per loro! In pochissimo tempo la normale routine familiare, che vedeva scanditi i giorni, le settimane e gli anni dalle ricorrenze tradizionali legate a figure chiave nella storia della crescita umana, che quindi avevano un significato di riferimento e di esempio positivo, è stata stravolta dalla presa di posizione di chi in nome dell’uguaglianza ad ogni costo, si fa artefice di evidenti prepotenze e discriminazioni …. in senso contrario.

Nel mondo occidentale, dopo la fine della seconda guerra mondiale, è stato indubbiamente agevolato il commercio portato dal consumismo, in parte per la ricostruzione e la ripresa delle varie attività sociali, che ha spinto alla corsa sfrenata al possesso, innescando il meccanismo di dipendenza (in tutti i sensi) dal materialismo e dal relativismo, piuttosto che dal vero rispetto portato dall’uso della ragione.

Così gli ultimi cinquant’anni, caratterizzati dallo sviluppo in ogni campo, segnano in modo inequivocabile il crollo di quanto finora era stato raggiunto quasi come “certezze” su cui poggiare la fragilità umana legata alle eterne domande irrisolte della vita. Di fronte all’imposizione di …..”tutto è relativo” ……nell’esercizio della propria libertà a discapito di quella altrui, per Ita Kwe rimane la certezza che Flavio sia stato realmente un punto di riferimento autentico per molte persone e anche per i tanti bimbi che lo hanno considerato come un padre, senza nulla togliere ai suoi figli naturali, Miriam, Andrea, Francesco e Alessandro.

In questi … tempi duri .. per tante persone in Italia (non scordiamo gli abitanti delle zone martoriate dal terremoto, per le quali stiamo approntando un intervento a S. Severino, tramite i Frati Cappuccini delle Marche) e in tantissime zone del mondo, dalla Siria alla Libia, dal Centrafrica all’Afganistan, dall’Ucraina allo Yemen e via via toccando i vari punti nevralgici per i numerosi conflitti irrisolti da anni di cui il più emblematico è quello israelo-palestinese, per non parlare del Sud Sudan, dove le migliaia di vittime sono causate da carestie e siccità, sarebbe ridicolo, se non fosse anche preoccupante, porre l’attenzione su problemi marginali come quelli suscitati dal dubbio sul festeggiare o meno il giorno dedicato alla figura paterna in memoria di S. Giuseppe, sposo di Maria e padre adottivo di Gesù. 

I frutti di quanto seminato dalla società negli ultimi decenni non sembrano, francamente, … di buon gusto e quelli che matureranno in futuro si potranno giudicare al loro tempo. Intanto ci limitiamo a fare, ancora una volta anno dopo anno,  gli auguri a chi porta questo nome (in entrambi i generi!) e con tutto il cuore a chi si è assunto il ruolo fondamentale di papà, guida e riferimento per i propri figli, con la nostalgia di non poter far più la stessa cosa con Flavio e con tanti altri cari amici che come lui ci hanno “provvisoriamente” lasciato!

Commovente che Julien, uno dei “bimbi di Flavio” in quel di Bocaranga, abbia percorso circa una quarantina di Chilometri per andare al Centro Arc en ciel a salutare Miriam lo scorso mese di settembre, ringraziandola ancora per quanto suo padre avesse fatto per lui!

Bocaranga – Set. 1989 – Flavio e Julien nella “casa dei laici” dove Flavio seguiva i bimbi disabili due volte la settimana. Foto scattata da Silvana.
Bocaranga – Set. 2016 – Centro recupero disabili Arc en ciel – Il fisioterapista Melchi Ngoto con Julien che ricorda ancora Flavio con affetto e ha percorso circa quaranta chilometri per andare a salutare Miriam e ringraziarla – Foto scattata da lei.

Cliccando sul titolo del post dello scorso anno,“Auguri papà”, troverete diverse foto ricordo e questa frase a conclusione, che riconfermiamo:

OVVIAMENTE AUGURI A TUTTI COLORO CHE HANNO IL NOME LEGATO A GIUSEPPE E A TUTTI I PAPA’ DEL MONDO, DOVUNQUE SI TROVINO!!