dal 2/6/15 al 19/11/15

Repubblica Centroafricana
Cartina della R.C.A. dalla quale si individuano bene i luoghi nei quali ITA KWE sta operando: Bangui (la capitale) e  Berberati  a livello scolastico; Bocaranga a livello sanitario per l’ospedale e il recupero disabili.

Più sotto gli aggiornamenti fino al   19 Novembre  2015

Doveroso che la nostra Onlus ITA KWE Flavio Quell’Oller si occupi ancora della tragica situazione in R.C.A. avendo dedicato diverse risorse ai primi progetti tuttora in corso di realizzazione. Consolante da una parte il fatto che non ci siano più troppe notizie dalla Repubblica Centrafricana (in precedenza, in breve tempo avevamo riempito diverse pagine che potete ancora visitare, a partire da quella di dicembre 2013 – fino a dicembre 2014), tanto che da Gennaio 2015 siamo arrivati a fine maggio con una pagina sola. Triste però che per parlare del Centrafrica servano solo nuovi morti o scandali, come la recente indagine sui soldati francesi della forza Sangaris, che hanno abusato di bimbi ospitati nelle strutture per gli sfollati (vedi anche un video del 30/04/2015).

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novembre 19, 201516:12 CENTRAFRICA

ONU: “NESSUNA NUOVA TRANSIZIONE”

Altro

“Non ci sarà una nuova transizione” in Centrafrica. Ad affermarlo è stato il Sottosegretario generale dell’Onu e responsabile delle operazioni di pace dell’organizzazione, Hervé Ladsous. “C’è un calendario elettorale da rispettare”, ha poi aggiunto Ladsous, specificando che questa è anche la posizione dei paesi della regione. Nel paese attraversato da quasi tre anni da un conflitto armato, il primo turno delle elezioni generali, dopo numerosi rinvii, è in programma per il il 27 dicembre. Il voto sarà preceduto dal referendum sulla nuova costituzione, il 13 dicembre, mentre eventuali ballottaggi si dovrebbero tenersi il 31 gennaio. Quanto alle difficoltà nella registrazione degli elettori, tra i problemi segnalati negli scorsi mesi anche da responsabili dell’Autorità nazionale elettorale, Ladsous ha affermato che il processo è a buon punto: “Siamo al 93%, è un segnale politico forte”, ha dichiarato.

 

da misna – 17 Novembre 20158:37CENTRAFRICA

IN ARRIVO RINFORZI PER MISSIONE ONU

Altro

Trecento ‘caschi blu’ senegalesi saranno inviati in repubblica Centrafricana per rafforzare la missione Onu già presente sul terreno (Minusca). Per il dispiegamento, ha specificato il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, si attende solo il via libera del Consiglio di Sicurezza. Secondo il presidente di turno dell’organismo, il rappresentante britannico Peter Wilson, il voto avverrà di qui a pochi giorni. Il nuovo contingente di caschi blu – attualmente parte della forza Onu in Costa d’Avorio – sarà dispiegato per otto settimane in Centrafrica. Nei prossimi due mesi il paese vivrà alcuni importanti appuntamenti: a dicembre, il referendum sulla nuova costituzione e le elezioni generali e a fine novembre la visita di Papa Francesco, che farà tappa a Bangui durante il suo viaggio apostolico che toccherà anche Kenya e Uganda. Proprio a questo proposito, nelle ultime ore, si è nuovamente espressa la Santa Sede, attraverso il direttore della Sala stampa, padre Federico Lombardi: “Proseguiamo nella preparazione dello svolgimento del viaggio così come voluto dal Papa”.  “Rimangono le tre tappe (Kenya, Uganda e Centrafrica), poi si vedrà in base alla situazione sul terreno”, ha specificato da parte sua il cardinale Segretario di stato Pietro Parolin °°°°°°°°°°°°°°°°

da misna – 13 novembre 2015 –  CENTRAFRICA – 18:27 – BANGUI, APPELLO ALLE FORZE INTERNAZIONALI: “BASTA INAZIONE”  “La Minusca si segnala per l’inazione, se non per l’assenza, lasciando così la popolazione civile in preda alle milizie. Nessuna forza d’interposizione è schierata per prevenire altri crimini”. È la denuncia che arriva dai giovani della parrocchia di Nostra Signora di Fatima, a Bangui, attraverso un documento inviato alla MISNA. L’area in cui si trova la chiesa, nelle ultime settimane, è stata coinvolta negli scontri armati tra i gruppi armati rivali ancora attivi a Bangui. Particolarmente grave, ricordano i giovani nella loro lettera, un episodio avvenuto alcuni giorni fa, quando alcuni sfollati che stavano comprando provviste al mercato di Pétévo sono stati presi tra il fuoco incrociato di due gruppi armati, senza che le forze internazionali intervenissero. “Quest’ennesima inazione fa salire di un gradino l’odio nei cuori e rischia di portare all’esasperazione quei giovani fortemente tentati di unirsi all’uno o l’altro dei gruppi armati per difendere sé e le proprie famiglie”, si legge ancora nella lettera. Per evitare questo scenario, si chiede di istituire posti di guardia e pattuglie nel quartiere, in modo da proteggere i civili. La preoccupazione dei giovani di Fatima riflette il clima nel paese, dove sono riesplosi gli scontri ma dove si spera ancora nella visita di Papa Francesco, prevista per la fine di novembre. A questo proposito, nelle scorse ore, la Francia (presente sul terreno con la missione militare Sangaris) ha smentito le indiscrezioni secondo cui la diplomazia di Parigi avrebbe sconsigliato al Pontefice di recarsi a Bangui, vista la situazione sul terreno. °°°°°°°°°°°°°

da misna – 10 Novembre 201511:21 CENTRAFRICA

NUOVO RINVIO DELLE ELEZIONI, DISORDINI A BANGUI

Ennesimo rinvio per la data delle elezioni presidenziali e legislative in Centrafrica. Secondo quando annunciato alla radio nazionale dall’autorità incaricata di organizzare il voto, presidenziali e legislative si terranno il 27 dicembre e non più il 13 come stabilito nelle scorse settimane. Il 13 si svolgerà invece il referendum sulla nuova costituzione mentre eventuali ballottaggi si terranno il 31 gennaio. Le date, tuttavia, si dovranno ritenere ufficiali solo una volta promulgate per decreto dalla presidenza della repubblica. Continuano intanto i disordini, in particolare nella capitale Bangui: diversi chioschi e negozi informali sono stati dati alle fiamme e una persona è rimasta uccisa tra i quartieri di Béa-Rex, Pk-4 e Pk-5. Le violenze, scoppiate dopo che un corteo di abitanti musulmani di Pk-5 è stato respinto con le armi da presunti miliziani Antibalaka, hanno avuto una dinamica simile a quelle che, da fine settembre, hanno provocato circa 70 morti e 300 feriti.

 

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Bangui, 6/11/2015 – Il coordinamento degli aiuti umanitari dell’Ufficio affari parla di 93 feriti nella sola ultima settimana: tutti i piccoli progressi fatti in mesi di trattative e di lavoro per riportare la pace sono svaniti per il semplice fatto che le armi hanno continuato a girare tranquillamente tra le mani di entrambe le fazioni e chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza non ha fatto altro che collaborare a peggiorare la situazione. Perlomeno l’opinione pubblica italiana si sta interessando un po’ di più alla R.C.A., grazie all’auspicata prossima visita del Papa che ha anche annunciato di voler aprire ufficialmente l’anno Santo della Misericordia proprio a Bangui, a fine Novembre (vedi più sotto i video e l’appello all’Angelus del 1° Novembre).

 

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Interessante il video realizzato ultimamente da TV 2000, per il quale ringraziamo l’amico Massimo Traverso che lo ha condiviso con noi su fb: https://www.youtube.com/watch?v=P73loxEmCzU ma già in precedenza ne erano stato pubblicati altri che riportiamo direttamente: https://www.youtube.com/watch?v=zqDKXa2rvfs http://www.tv2000.it/tg2000/video/papa-francesco-visita-la-repubblica-centrafricana-le-attese-e-le-speranza-di-un-popolo/ https://www.youtube.com/watch?v=TpaQ99iH1CQ Novembre 5, 2015 – 8:36 – CENTRAFRICA BANGUI, PARLAMENTARI IN MARCIA PER LA SICUREZZA Altro Primo Piano Un centinaio di parlamentari del Consiglio nazionale di transizione centrafricano hanno manifestato ieri contro le violenze che nelle ultime settimane sono tornate ad infiammare la capitale Bangui. Tra le varie richieste contenute in un memorandum consegnato ai rappresentanti degli organismi internazionali, anche la richiesta di mettere le forze armate nazionali (Faca) in grado di difendersi dai gruppi combattenti ancora attivi sul territorio. “Ci aspettiamo atti concreti dal governo – ha spiegato il presidente del parlamento provvisorio, Alexandre-Ferdinand Nguendet alla fine della marcia per le vie della città – Sta al governo e alle istituzioni internazionali permettere il riarmo delle nostre forze di difesa e di sicurezza entro una settimana”.

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L’incubo continua e la pace è sono un miraggio, a distanza di tre anni dall’inizio della guerra!Violences à Bangui : "On a fait un pas en avant, puis trois en arrière"

          Violences à Bangui : "On a fait un pas en avant, puis trois en arrière" Violences à Bangui : "On a fait un pas en avant, puis trois en arrière"   Violences à Bangui : "On a fait un pas en avant, puis trois en arrière"       Violences à Bangui : "On a fait un pas en avant, puis trois en arrière"
Già tempo fa avevamo intitolato un articolo: “Un passo avanti e due indietro” (era il 10 Settembre 2013 e da poco avevamo concluso la campagna per “Petizione urgente per il Centrafrica”, partita a giugno 2013) – Ora l’agenzia stampa Centrafrique-presse ne ha pubblicato uno in cui si parla di: “Un passo avanti e tre indietro”, a causa delle violenze degli ultimi tempi. Come è possibile tutto ciò? Chi continua a voler imporre il genocidio?

 

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da misna, 3 novembre 201513:12 CENTRAFRICA

A BANGUI GIORNO DI TREGUA, MA RESTA EMERGENZA

“Dopo quattro giorni di combattimenti e di spostamenti della popolazione verso la zona sud di Bangui finalmente respiriamo un po’; ieri, per la prima volta, non abbiamo visto gente fuggire”: lo riferiscono alla MISNA fonti nella capitale della Repubblica Centrafricana, impegnate nell’assistenza umanitaria. “Sono tantissime – dicono da Bangui – le persone che hanno raccolto tutte le loro masserizie su un carretto e hanno abbandonato i quartieri di origine, Fatima, Quina, Plateau e Cattin”. In città le violenze erano tornate a intensificarsi all’inizio della settimana scorsa a seguito dell’uccisione di alcuni membri di una delegazione di esponenti della Seleka, ex coalizione ribelle al potere tra il 2013 e il 2014. Gruppi di uomini armati si erano spostati dal PK5, un’area a maggioranza musulmana, commettendo violenze sui civili nei quartieri circostanti. Le fonti riferiscono che solo presso il convento di Notre Dame du Mont Carmel oggi gli sfollati sono almeno 5000. Per accogliere donne e bambini la notte è aperta anche la chiesa. “Una situazione analoga è vissuta dalla comunità degli Apostoli di Gesù Crocifisso e del Seminario maggiore interdiocesano” aggiungono da Bangui: “Ieri l’arcivescovo, monsignor  Dieudonné Nzapalainga, ha visitato tutti questi luoghi con il solito coraggio e l’immancabile sorriso”.

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da misna – 2 novembre 201516:01 CENTRAFRICA

LA PORTA SANTA A BANGUI, “GESTO DI MISERICORDIA”

“È un avvenimento storico, soprattutto per il nostro paese, che ha bisogno di misericordia e riconciliazione”. Così padre Joseph Tanga-Koti, segretario generale della Conferenza episcopale centrafricana commenta per la MISNA le parole pronunciate da papa Francesco durante l’Angelus di ieri. Il Pontefice ha espresso il desiderio di aprire la prima Porta Santa dell’imminente Giubileo della Misericordia a Bangui, durante la sua visita del 29 e 30 novembre. Durante l’Angelus, dopo aver espresso “solidarietà alla Chiesa, alle altre confessioni religiose e all’intera nazione Centrafricana”, con un cenno anche ai missionari comboniani della parrocchia Nostra Signora di Fatima nella capitale, “che accolgono numerosi sfollati”, Francesco aveva infatti proseguito: “Domenica 29 novembre ho in animo di aprire la porta santa della cattedrale di Bangui, durante il viaggio apostolico che spero di poter realizzare in quella nazione”. “Un gesto forte”, lo definisce padre Tanga-Koti, ricordando che per la prima volta l’apertura della porta (che normalmente avviene nella basilica vaticana di San Pietro) si svolgerà in Africa. “Il papa – prosegue il segretario generale della conferenza episcopale – riconosce così la situazione della Repubblica Centrafricana, dove per molti, che non esitano a uccidere uomini, donne e persino bambini, la vita umana ha perso ogni valore; ma allo stesso tempo ci dice che non possiamo restare in questo stato di barbarie, che dobbiamo guardare avanti e che senza Dio e la sua misericordia non possiamo ritrovare la strada della riconciliazione”. A chi, vista la parola “spero” usata dal Papa, ha ipotizzato un rinvio del viaggio, il sacerdote risponde con sicurezza: “Né nella Chiesa, né nel governo ci si aspetta un rinvio o un annullamento del viaggio. L’arrivo del papa porterà una luce, farà conoscere la nostra situazione e sosterrà il processo di riconciliazione”. Una speranza condivisa nel paese, dove gli scontri tra milizie rivali non si fermano: nella capitale, tra giovedì e sabato, almeno sei persone sono morte in attacchi lanciati da vari gruppi armati. Lo stesso Pontefice ha espresso ieri “viva preoccupazione” per la situazione.

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1 Novembre 2015 – Nel giorno dedicato a tutti i Santi, anche Papa Francesco fa un appello per la pace in Centrafrica. APPELLO DEL SANTO PADRE FRANCESCO (Angelus del 1° Novembre 2015) “Cari fratelli e sorelle, i dolorosi episodi che in questi ultimi giorni hanno inasprito la delicata situazione della Repubblica Centrafricana, suscitano nel mio animo viva preoccupazione. Faccio appello alle parti coinvolte affinché si ponga fine a questo ciclo di violenze. Sono spiritualmente vicino ai Padri comboniani della parrocchia Nostra Signora di Fatima in Bangui, che accolgono numerosi sfollati. Esprimo la mia solidarietà alla Chiesa, alle altre confessioni religiose e all’intera nazione Centrafricana, così duramente provate mentre compiono ogni sforzo per superare le divisioni e riprendere il cammino della pace. Per manifestare la vicinanza orante di tutta la Chiesa a questa Nazione così afflitta e tormentata ed esortare tutti i centroafricani ad essere sempre più testimoni di misericordia e di riconciliazione, domenica 29 novembre ho in animo di aprire la porta santa della cattedrale di Bangui, durante il Viaggio apostolico che spero di poter realizzare in quella Nazione”.

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da misna – 30 ottobre  2015 – 8:34 – CENTRAFRICA SCONTRI A BANGUI, DESTITUITI MINISTRI SICUREZZA   “Nel quartiere di Fatima, vicino al PK5, ci sono stati combattimenti; sono state bruciate delle case e anche una chiesa protestante”: lo riferiscono fonti della MISNA a Bangui, secondo le quali le violenze nella capitale della Repubblica Centrafricana hanno provocato morti e “svuotato” un intero quartiere. “I missionari comboniani e le suore di San Paul de Chartres sono rimasti – aggiungono le fonti – ma noi siamo stati bloccati da un fiume di gente che si spostava in direzione opposta”. Tra le otto del mattino e le cinque del pomeriggio di ieri, un migliaio di persone hanno raggiunto i campi allestiti presso il convento di Notre Dame du Mont Carmel, in un’altra area di Bangui. Secondo le informazioni disponibili, le violenze sarebbero state innescate dall’uccisione di alcuni giovani. Gruppi di uomini armati si sarebbero poi spostati dal PK5, un’area della città a maggioranza musulmana, in direzione dei quartieri di Fatima e Kina. Prima di essere respinti dai peacekeeper dell’Onu gli assalitori avrebbero bruciato case e commesso violenze su civili. A essere presi di mira sono stati anche operatori della Croce Rossa, tre dei quali sono stati feriti in modo grave, come ha denunciato il presidente dell’organizzazione Antoine Mbao Bogo. Mentre gli scontri erano in corso, è stato annunciato un rimpasto nel governo di transizione della presidente Catherine Samba-Panza: alla Difesa Marie-Noëlle Koyara è stata sostituita dall’attivista per i diritti umani Joseph Bidoumi; il generale Chrysostome Sambi ha preso invece il posto di Dominique Saïd Panguindji, ora responsabile della Giustizia. L’aggravarsi dell’instabilità e delle violenze nella Repubblica Centrafricana è coincisa all’inizio della settimana con l’assassinio a Bangui di una delegazione di miliziani dell’ex coalizione ribelle Seleka.   °°°°°°°°°°°°

ancora disordini, violenze e uccisioni nei "quartieri caldi" di Bangui
R.C.A. – Ottobre 2015 – Ancora disordini, violenze e uccisioni nei “quartieri caldi” di Bangui – la popolazione reagisce con una manifestazione per la pace!

da misna, 29 Ottobre 2015 – CENTRAFRICA ELEZIONI, NUOVA DATA FISSATA AL 13 DICEMBRE Nuova data per le elezioni in Repubblica centrafricana, già più volte rinviate. Il voto per le presidenziali e le legislative, ha annunciato la commissione elettorale, si terrà il 13 dicembre. La radio nazionale, in più, ha specificato che un eventuale turno di ballottaggio si terrà il 24 gennaio. Una settimana prima delle elezioni, infine, sarà sottoposta a referendum la bozza della nuova costituzione, approvata dalle autorità di transizione ad agosto scorso. L’insicurezza che ancora coinvolge varie parti del paese e della captale Bangui è stata una delle cause dell’ultimo rinvio del voto, che era in programma per il 18 ottobre. L’autorità nazionale per le elezioni, tuttavia, ha dovuto fare fronte anche a problemi logistici – legati soprattutto al censimento di rifugiati e sfollati interni – a carenze di fondi e alle dimissioni dei suoi due più importanti funzionari.

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Ancora una volta ci arriva la posta dalla prima linea in Repubblica Centrafricana:

—-Messaggio originale—-

Da: suor m. Elena Data: 28-ott-2015 h 15.38 A: Silvana Ogg: notizie Carissima Silvana, sono tornata finalmente a Bocaranga, dopo 10 giorni dalla partenza da Milano. Sono arrivata prima a Yaoundé essendoci disordini a Bangui. Anche la strada che dal Cameroun  va a Bouar, da Garoua Boulai, é molto pericolosa, ci sono attacchi di bande armate quasi tutti i giorni, bisogna essere scortati per viaggiare. Nonostante les “tracasseries” (le difficoltà) e una strada disastrosa, sono infine a Bocaranga. La scuola elementare Santa Bakita ha ripreso dalla metà settembre, mentre la scuola media e liceo iniziano solo domani. Grande parte dei professori provengono da Bangui, non potevano uscire dalla capitale perché troppo pericoloso e rischiosa la strada. Sono arrivati ieri con moglie e figli…. non ti dico la loro sofferenza….   La scuola riprende con grande gioa dei giovani! Viviamo in un pese dove la violenza è quotidiana, dove la pace è morta insieme a qualsiasi gesto di solidarietà… Abbiamo una classe politica incompetente, il cui solo scopo é di arricchirsi sulle spalle di un popolo troppo ignorante. La povertà non fa che crescere nonostante tutti i programmi alimentari  delle varie ONG. Il Centro Africa è in preda a una follia collettiva, orchestrata da potenze straniere per sfruttare illegalmente le ricchezze di questo paese : oro, diamanti, uranio, legname…. Il forziere Centro africano sarebbe la causa del conflitto. In questo contesto di disperazione, cerchiamo di dare un volto alla CARITA’ EVANGELICA, attraverso gesti concreti di aiuto, di accoglienza, di risposte ai bisogni di tanti poveri che non hanno età… Il Centro Arcanciel è di grande aiuto per chi ha fame, bisognoso di cure, di fisioterapia… Grazie a tutta la ONLUS ITA KWE FLAVIO QUELL’OLLER, per l’aiuto che ci fornite. Un sorriso da questa terra che Dio ha creato bellissima. Fraternamente  sr. M. Elena Berini  

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da misna, 27 Ottobre  201518:32CENTRAFRICA

CONTINUA L’INSTABILITÀ, SCONTRI A BANGUI E BAMBARI

 

“A Bangui la situazione è tesa, anche ieri si sono registrate vittime e i disordini si sono estesi al quartiere di Lakouanga, che prima non era stato toccato. La popolazione ha barricato le strade prima che, dopo alcune ore, tornasse la calma”. La testimonianza di fonti della MISNA – anonime per ragioni di sicurezza – arriva dalla capitale della Repubblica Centrafricana, dove a partire da lunedì, secondo la stampa, si sono registrate almeno sette vittime. “Spari si sono  sentiti ovunque, ed è stata interrotta con barricate anche la grande avenue Boganda”, continua la testimonianza, mentre gli elicotteri delle forze internazionali presenti nel paese continuano a sorvolare la città. Centro dei disordini, oltre a Lakouanga, il quartiere di PK5. A innescare le violenze sarebbe stata infatti l’uccisione di tre abitanti di Lakouanga che si trovavano in quell’area della capitale. L’episodio è avvenuto a poche ore dall’attacco portato contro una delegazione di miliziani dell’ex ribellione Seleka, che si trovavano nella capitale per partecipare a un incontro con le autorità di transizione. Quest’ultimo attacco – avvenuto domenica, ma di cui si è avuta notizia solo nelle ultime ore – ha provocato una reazione anche a Bambari, da dove provenivano i miliziani. Secondo informazioni ottenute dalla MISNA, dopo che la notizia è stata comunicata ai capi locali della milizia “la situazione si è deteriorata e anche dopo il ritorno della calma la città resta paralizzata, con tre case che sono state incendiate”. Le tensioni di questi giorni si inseriscono in un clima che ha visto la sicurezza, soprattutto a Bangui, peggiorare a partire da metà settembre. “C’è chi soffia sul fuoco – spiegano più fonti concordi alla MISNA – per far salire la tensione, basta poco perché la situazione s’infiammi”. Una situazione che alcune ricostruzioni attribuiscono a capi delle fazioni fuggi all’estero in questi anni di crisi segnati dalla fuga all’estero del presidente della repubblica François Bozizé (marzo 2013) e dalle dimissioni di Michel Djotodia (gennaio 2014), che aveva deposto il predecessore con un golpe. In questo clima, proseguono i preparativi per l’annunciata visita di Papa Francesco nel paese, prevista per il 29 e 30 novembre prossimi: una delegazione vaticana è già sul posto e sta effettuando sopralluoghi in vista delle cerimonie che si svolgeranno in varie aree della capitale, compresa la grande moschea cittadina.

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20 Ottobre 2015 – mentre da un lato si spera che la visita del Papa a fine novembre possa smuovere le acque e sollecitare ad una pace duratura, dall’altro lo sconforto per l’ennesimo rinvio delle elezioni a causa del clima di insicurezza che nuovamente colpisce la R.C.A. fa tornare tutto indietro come se nessun progresso sia stato mai raggiunto. Di nuovo fermi i mezzi di trasporto merci tra il Cameroun e il Centrafrica, di nuovo gli attacchi ai militari, di nuovo gli appelli affinché il colloquio possa avere la meglio sulle armi.  Tutte le “manovre guidate” (dai potenti che giocano con le vite umane) per la destabilizzazione della popolazione centrafricana, sono tornate paurosamente ad avere la meglio sul buon senso e il dialogo fraterno! Ma prima o poi la pace tornerà!!

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da misna – 20 Ottobre 201514:39CENTRAFRICA

‘CASCHI BLU’ ATTACCATI E SEQUESTRATI

 

Sette militari della missione delle Nazioni Unite in Centrafrica (Minusca) sono stati attaccati e sequestrati nelle scorse ore da un gruppo armato nella città di Boali, a un centinaio di chilometri dalla capitale Bangui. I ‘caschi blu’ sono stati poi liberati, ma disarmati e senza equipaggiamento, ha specificato il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric. Sempre nella prefettura di Ombella Mpoko, dove si trova Boali, inoltre una seconda postazione della Minusca è stata attaccata a colpi d’arma da fuoco da tre uomini non identificati. Dujarric ha chiesto che sia fatto ogni sforzo per assicurare i responsabili alla giustizia, ricordando che l’attacco alle missioni di pace “può costituire un crimine di guerra”. Il secondo episodio  – ricorda il servizio d’informazione delle Nazioni Unite – è avvenuto alla vigilia dell’arrivo in Centrafrica di Stephen O’Brien, sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari Umanitari. O’ Brien, che è nel paese da oggi, incontrerà gruppi di sfollati nella capitale Bangui e a Dekoa nella provincia di Kemo. Previsto anche un vertice con la presidente di transizione Catherine Samba-Panza e altri funzionari governativi, che avrà come tema la fornitura e la distribuzione di aiuti.

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da misna – 19 Ottobre  201510:43CENTRAFRICA

SEQUESTRO LAMPO PER VICEPRESIDENTE PARLAMENTO

 

La vicepresidente del Consiglio nazionale di transizione, il parlamento provvisorio centrafricano,  Léa Koyassoum Doumta, è stata sequestrata ieri per alcune ore da uomini armati appartenenti a una fazione dei gruppi armati Antibalaka. Verso le 16 la donna stava rientrando da un funerale, che si era svolto in una località a circa 90 chilometri dalla capitale Bangui, quando la sua auto è stata fermata, i due uomini della sua scorta disarmati e Koyassoum Doumta e il suo seguito costretti a seguire i rapitori, una cinquantina secondo la ricostruzione della stessa vicepresidente. La donna ha raccontato di essere stata liberata dopo aver trattato personalmente con i miliziani, che le hanno consegnato una lista di rivendicazioni. Tra queste, molto probabilmente, la liberazione di alcuni detenuti: la richiesta, infatti è stata formulata dallo stesso gruppo poche ore dopo, quando ad essere sequestrati sono stati sei gendarmi centrafricani. Questi sono stati poi liberati in serata dopo una trattativa col governo. Non è chiaro però se ai rapitori siano state fatte concessioni.

 

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da misna – 16 Ottobre 201517:40CENTRAFRICA

UFFICIALIZZATO RINVIO ELEZIONI, A BANGUI ANCORA SCONTRI

 

“L’ideale sarebbe di svolgere il primo e secondo turno nel mese di dicembre e tutto ciò che riguarda il contenzioso elettorale a gennaio: se questo si rivelerà materialmente impossibile, organizzeremo il secondo turno a gennaio”. Con queste parole Dominique Said Panguindji, portavoce del governo di transizione centrafricano ha ufficializzato il rinvio del voto. Le consultazioni erano ufficialmente in programma per domenica 18 ottobre ma da settimane era evidente che il voto non si sarebbe potuto tenere, in un contesto segnato dal prolungarsi della guerra civile, dalla mancanza di fondi e persino dalle dimissioni di presidente e vicepresidente dell’autorità incaricata di gestire le elezioni (Ane). Inoltre, le parole di Panguindji – che ha minimizzato parlando di “un piccolo slittamento” – fanno pensare che si stia prendendo in considerazione di tenere almeno una parte delle operazioni dopo la fine dell’anno: uno scenario finora ufficialmente escluso. L’annuncio è arrivato mentre a Bangui non si è ancora spenta l’eco di nuovi scontri, dopo quelli di metà settembre. Proprio come le precedenti, le nuove violenze – avvenute nella serata di ieri – hanno avuto origine nel quartiere di Pk-5, abitato prevalentemente da cittadini di religione islamica, dopo l’uccisione di un giovane membro della comunità. Il bilancio è al momento di un morto e una decina di feriti.

 

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da misna – 12 ottobre 201512:51 CENTRAFRICA

SCONTRI TRA FORZE INTERNAZIONALI ED EX SELEKA

 

Scontri tra le forze internazionali e una fazione della coalizione Seleka fedele al’ex presidente Michel Djotodia si sono scontrati nel fine settimana nei pressi di Sibut, località a 180 chilometri dalla capitale Bangui. Incerto il bilancio delle vittime, ma radio Ndeke Luka parla di “pesanti perdite” inflitte ai ribelli, appartenenti al Fronte popolare per la rinascita del Centrafrica (Fprc). Intensi sabato, i combattimenti sono terminati la domenica. “La città di Sibut – ha spiegato alla radio il prefetto locale,  Lazare Morales Ngaya – è calma e la popolazione è indaffarata nelle sue occupazioni”. Dando notizia degli scontri, inoltre, il portavoce del governo transitorio, Dominique Saïd Panguindji ha parlato di “messaggio chiaro ai gruppi armati: l’equilibrio di forze ora non è a loro favore, ed è loro interesse tornare al tavolo del negoziato per privilegiare soluzioni politiche e pacifiche”. Il Centrafrica, ufficialmente, è ancora nel pieno della transizione dopo lo scoppio del conflitto interno quasi tre anni fa. Secondo la comunità internazionale, elezioni dovrebbero tenersi al più tardi entro fine anno, ma le difficoltà si moltiplicano: nel fine settimana ha presentato le sue dimissioni lo stesso presidente dell’Autorità nazionale per le elezioni, Dieudonné Kombo-Yaya, parlando di “pressioni” governative e internazionali per organizzare al più presto il voto.

 

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08/10/2015 – Una nuova mail di p. Dorino ci aggiorna sulla situazione attuale a Bangui. Purtroppo il bilancio dei morti e feriti in seguito ai disordini di due settimane fa, si è alzato notevolmente.

Dorino Livraghi sj Résidence Jésuite – B .P. 2931 – BANGUI (RCA) Bangui 06/10/2015

Carissimi,

da un mese circa sono a Bangui. Avrei voluto scrivervi questo massaggio da Conakry, ma le circostanze (la Provvidenza?) hanno determinato le cose in altro modo. Dal giorno del mio arrivo a Bangui fino a pochi giorni fa, un’ondata di violenza si è scatenata sulla città. Secondo uno schema ormai conosciuto, per vendicare un giovane musulmano ucciso, i musulmani del Km 5 hanno cominciato a bruciare le case del quartiere cristiano vicino. Subito gli avversari della Seleka, gli anti-balaka, sono intervenuti per difendere i quartieri aggrediti. Il risultato è molto tragico. Stamattina, la radio annunciava una sessantina di morti, oltre trecento feriti e trentamila persone di nuovo sfollate nei campi profughi. Varie persone già sono venute a trovarmi per chiedere un aiuto … Un fatto nuovo: molte sedi di ONG, che portano soccorso ai rifugiati ei bisognosi della città, sono state saccheggiati. E molti agenti di questi organismi si sono rifugiati in Cameroun, per sfuggire alla violenza. Molti servizi assicurati da loro sono ora chiusi! Noi siamo tranquilli, ma obbligati di non uscire in città, salvo a certi momenti e prendendo certe precauzioni, per evitare brutte sorprese. Non così fortunato è stato il mio amico Damas, che ha perso tutto quello che aveva, la sua casa essendo stata totalmente saccheggiata. La presidente Catherine Samba-Panza, che era a New York per la riunione dell’Onu, ha dovuto fare marcia indietro rapidamente. E’ dal governo centrafricano che è stata insinuata l’idea, che però circolava già anche prima come semplice ‘radio trottoir’, che dietro i disordini ci possa essere la mano di uomini politici del passato (Bozizé e Djotodia), nostalgici del potere perduto.  … Che il buon Dio dia saggezza a quest’umanità sempre più folle e con tendenze francamente suicide. Il discorso di Papa Francesco sulla misericordia e sulla protezione della nostra casa comune, la creazione, è più che mai di attualità. Un abbraccio a tutti

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da misna – 6  Ottobre  20159:15CENTRAFRICA

CIAD CHIEDE FINE TRANSIZIONE E VOTO ENTRO L’ANNO

 

“Meglio elezioni scadenti che una transizione malferma”: con queste parole, al termine di un incontro a Parigi con il suo alleato François Hollande, il presidente ciadiano Idriss Deby ha chiesto che i centrafricani siano chiamati alle urne prima di fine anno. Nel corso di una conferenza stampa, il capo di Stato ha inoltre sottolineato la necessità di avviare un programma di disarmo e di reinserimento sociale per i militanti dei gruppi Anti-Balaka e della coalizione Selaka, forze corresponsabili della crisi deflagrata nel 2013. Dallo scorso anno nella Repubblica Centrafricana è in carica un esecutivo di transizione guidato dalla presidente Catherine Samba-Panza. Elezioni sono formalmente in programma il 18 ottobre ma il loro rinvio appare scontato anche a seguito alle violenze che a Bangui, alla fine di settembre, hanno causato oltre 60 morti e 300 feriti. Le dichiarazioni di Deby hanno rilievo alla luce del ruolo giocato da N’Djamena nella Repubblica Centrafricana sia a livello diplomatico che militare. Nel gennaio 2014 nella capitale ciadiana si tenne il vertice regionale sfociato nelle dimissioni del presidente Michel Djotodja, espressione della Seleka. Nell’aprile successivo un contingente inviato da N’Djamena nel quadro di una missione dell’Unione Africana fu ritirato dopo che a Bangui i soldati erano stati accusati di violenze e assassinii.

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da misna – 5 ottobre 201513:34 CENTRAFRICA

DOPO LE VIOLENZE, A BANGUI SI CERCA LA PACE

Copertina Dialogo e Pace

Dopo i violenti scontri degli ultimi giorni, a Bangui si moltiplicano i tentativi di riportare la pace e ridurre le tensioni in città. L’ultima iniziativa in ordine di tempo è stata un incontro che ha visto la partecipazione di diverse centinaia di cittadini – sia cristiani che musulmani – nel quartiere di Pk-5, uno dei centri delle violenze degli ultimi giorni. Imam e Vescovo BanguiNel corso dell’incontro, Ali Ousman, coordinatore delle organizzazioni islamiche in Centrafrica, ha sostenuto che gli eventi alla base della nuova fiammata di violenze (in particolare l’uccisione di un giovane conducente di moto-taxi) siano stati “sapientemente orchestrati dai nemici della pace, uomini politici nostalgici del potere”. “L’unica soluzione è la pace, bisogna vivere insieme ai nostri fratelli cristiani”, gli ha fatto eco Mohammed Ali Fadoul, che guida il comitato di ‘autodifesa’ di Pk-5. A favore della pace è tornato a mobilitarsi anche l’arcivescovo cattolico di Bangui, monsignor Dieudonné Nzapalainga, che si è riunito nel fine settimana con i notabili di un’altra area della capitale, quella di Boy-Rabe. Un incontro nel quale il prelato ha dichiarato di aver visto “l’inizio della coesione sociale e della ricerca della pace”. L’iniziativa dunque, ha annunciato, verrà ripetuta in altri quartieri di Bangui.

 

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da misna 1 ottobre 20159:44 CENTRAFRICA

VOCI DA BANGUI, TRA VIOLENZE E ACCUSE POLITICHE

 

“Ci sono state nuove sparatorie e  l’arcivescovo di Bangui, monsignor Dieudonné Nzapalainga, visitando le parrocchie della città ha invitato la popolazione a restare nelle case”: così fonti della MISNA nella capitale centrafricana, dopo giorni di disordini e violenze che hanno provocato decine di morti. “Da ieri sera gli scontri sembrano meno estesi – riferiscono da Bangui – ma la situazione resta tesa: lo ha confermato il discorso pronunciato dalla presidente Catherine Samba-Panza, tornata da New York dove si era recata per l’Assemblea generale dell’Onu”. Con un intervento trasmesso alla radio, ieri sera il capo dello Stato ha denunciato la “natura politica” dei disordini cominciati sabato. “Si è trattato – ha sostenuto – né più né meno che di un tentativo di prendere il potere con la forza”. Secondo Samba-Panza, l’obiettivo degli istigatori delle violenze sarebbe contrastare il disarmo delle milizie irregolari, bloccare il processo elettorale e mettere in crisi il dialogo tra parte della classe politica e le organizzazioni della società civile. Un tentativo al quale la presidente intenderebbe ora opporsi attraverso “un’ampia consultazione”, da tenersi in un futuro non meglio precisato. Sulle prospettive della Repubblica Centrafricana le fonti della MISNA si limitano a osservare che, nonostante le elezioni restino “formalmente” in programma il 18 ottobre, è escluso che il voto possa davvero tenersi. Certa, invece, la proclamazione del lutto nazionale per le oltre 30 vittime dei giorni scorsi.

 

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da misna, 30 settembre  2015 – 12:28 – CENTRAFRICA BANGUI, DIETRO ALLA CRISI MANCATO DISARMO E RIVALITÀ POLITICHE

“Oggi in città non si è sentito più sparare e anche i passaggi degli elicotteri sono più rari, ma sono previste due manifestazioni di piazza: una della comunità musulmana che chiede giustizia per il giovane conducente di moto-taxi ucciso sabato mattina e una dei contestatori delle autorità di transizione”. È quanto dicono alla MISNA fonti raggiunte a Bangui, teatro in questi ultimi giorni di disordini e scontri che hanno provocato decine di morti. Le cause di quanto sta avvenendo – spiegano alla MISNA – sono complesse: “Dopo l’uccisione del ragazzo c’è stata una reazione da parte di un gruppo intenzionato a vendicarlo, che ha colto di sorpresa anche gli Antibalaka [uno dei due principali gruppi di milizie attive in Centrafrica insieme all’ex coalizione ribelle Seleka], che poi si sono riorganizzati; infine sono intervenute le forze internazionali, ma quando la situazione era già degenerata”.  In aggiunta alle violenze, continua l’analisi “alcuni politici hanno approfittato della situazione per spingere parte della popolazione a manifestare contro le autorità di transizione”. Una ricostruzione, questa, avallata dallo stesso capo di stato ad interim, Catherine Samba-Panza, che ha attribuito le contestazioni a fedelissimi dell’ex presidente François Bozizé, deposto a marzo 2013. Ad accendere gli animi contro il governo è però soprattutto la questione del disarmo delle milizie, non ancora effettuato: uno dei fattori che potrebbero portare ad un ulteriore prolungamento della transizione. Ormai praticamente esclusa la data del 18 ottobre per tenere le elezioni generali, si punta a uno scrutinio entro la fine dell’anno, ma anche su questo pesano numerose incognite: oltre alla situazione di sicurezza, anche la registrazione di quanti vivono fuori da Bangui e dei rifugiati all’estero. Tra le tensioni – comunque più forti nella capitale rispetto ad altre zone, come l’ovest del paese – un segnale di speranza potrebbe arrivare dalla visita del Papa, ancora atteso nel paese per fine novembre nonostante la situazione di sicurezza precaria. “Speriamo ancora che Francesco possa arrivare a Bangui – concludono le fonti – impedirebbe ai facinorosi di scatenarsi”.

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da Misna – 29 Settembre 29, 201513:18 CENTRAFRICA

SCONTRI A BANGUI, PAURA E TENSIONE IN CITTÀ

 

Nuovi scontri in R.C.A.Nuovi scontri sono in corso a Bangui nel quartiere di Combatant, non lontano dall’aeroporto. Ad affrontarsi, come riferiscono alla MISNA fonti sul posto, sono combattenti delle milizie Antibalaka e uomini della missione Onu nel paese (Minusca). Secondo quanto si apprende, si sarebbero già registrate alcune vittime tra i cittadini. I nuovi scontri arrivano in un momento che da Bangui definiscono “di paura e tensione alta”, in particolare dopo l’evasione di circa 600 detenuti dalla prigione di Ngaragba, presa d’assalto nelle scorse ore. Continua anche la fuga dei civili dalle zone interessate dai combattimenti. Molti, secondo le informazioni arrivate dalla capitale, sono tornati a cercare rifugio in chiese ed altri edifici religiosi, anche se in numero minore di quanto avvenuto nei mesi passati. Difficile comunque avere un quadro completo della situazione in città, dove spostarsi continua ad essere complicato. Anche gli scontri degli ultimi giorni sembrano avere una natura diversa da quelli del passato, che avevano riguardato soprattutto le milizie Antibalaka e i combattenti dell’ex coalizione ribelle Seleka. Questi ultimi, però, oggi sono presenti in città in numeri molto più ridotti. Il riprendere delle ostilità però non ha colto di sorpresa i testimoni: “L’equilibro restava precario: è bastata una scintilla per far riesplodere la violenza”.

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da misna – 29 Settembre 29, 20159:02CENTRAFRICA CAOS A BANGUI, PRESIDENTE RIENTRA DA NEW YORK

La presidente della transizione Catherine Samba Panza ha precipitosamente abbandonato New York, dove si trovava per partecipare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per rientrare a Bangui. La capitale è teatro di contestazioni, saccheggi e violenze che in tre giorni hanno causato, secondo stime credibili, tra i 20 e i 30 morti. Ieri almeno tre persone sono rimaste uccise quando un corteo di protesta davanti alla sede della presidenza – che chiedeva le dimissioni della Samba Panza – è stato disperso a colpi d’arma da fuoco. Alle accuse mosse da testimoni che si trovavano sul posto, i responsabili della missione Onu dispiegata nella capitale (Misca) hanno risposto smentendo categoricamente ogni coinvolgimento, e dichiarando di non aver mai ordinato di aprire il fuoco. Nella serata di ieri, la prigione di Ngaragba, a est della capitale centrafricana, è stata assaltata e numerosi detenuti si sono dati alla fuga. Secondo le ricostruzioni in circolazione le guardie carcerarie avrebbero disertato in massa, consentendo ai prigionieri di uscire dalle celle. Questi ultimi hanno ingaggiato un intenso scontro a fuoco con le forze internazionali dispiegate all’esterno della struttura, alla fine del quale più di 600 carcerati erano riusciti ad evadere. Alla fine della giornata la vicina Repubblica Democratica del Congo ha chiuso la frontiera in comune con il Centrafrica. Per tutta la notte, nonostante l’imposizione di un coprifuoco, sono proseguiti disordini e violenze mentre ancora adesso gli elicotteri della missione francese Sangaris sorvolano a bassa quota la città e i siti di interesse strategico. Nella confusione che regna per le strade nessuna leadership sembra ancora emergere dalla contestazione, anche se diversi gruppi dell’opposizione stanno cercando di armonizzare le richieste della piazza. Alcuni gruppi chiedono il ritiro dei militari francesi e il dispiegamento – in loro vece – delle forze armate regolari centrafricane. Ma la maggior parte delle persone scese in strada a manifestare, sostiene di aver perso fiducia nelle istituzioni di transizione e vuole le dimissioni della presidente. Elezioni presidenziali e legislative dovrebbero tenersi in Centrafrica entro la fine del 2015, ma sono in molti a ritenere quest’obiettivo difficile da raggiungere in ragione della persistente insicurezza e instabilità. Il paese sta cercando di lasciarsi alle spalle le ferite della guerra civile, che hannno profondamente minato la società centrafricana, vittima delle contrapposizioni tra combattenti musulmani della Seleka e unità Anti-Balaka, milizie perlopiù cristiane.

 

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da misna – 28 Settembre 201517:15 CENTRAFRICA

ANCORA VIOLENZE A BANGUI, SALE BILANCIO VITTIME

 

“È quasi impossibile muoversi a Bangui, in strada restano ancora alcune barricate e già da ieri alcune auto sono state attaccate, neanche taxi e moto oggi circolano”. Lo dicono fonti della MISNA nella capitale centrafricana, dove proseguono le tensioni e le violenze iniziate nel fine settimana. Nelle scorse ore, stando a fonti di stampa, anche la missione delle Nazioni Unite nel paese (Minusca), già al centro di alcune contestazioni, è intervenuta aprendo il fuoco per disperdere una manifestazione che chiedeva le dimissioni della presidente di transizione Catherine Samba-Panza: il bilancio sarebbe di tre morti, cifra che tuttavia neanche gli interlocutori della MISNA possono confermare in maniera indipendente. È difficile, infatti, conoscere il numero esatto delle vittime degli scontri di questi giorni, che tuttavia sono arrivate almeno a 36, oltre a un centinaio di feriti. La manifestazione fermata oggi, invece, era composta da 5-600 persone, che sono riuscite a raggiungere il cosiddetto ‘punto zero’, punto di partenza del chilometraggio delle strade principali, a poche centinaia di metri dal palazzo presidenziale, prima di essere disperse. Resta comunque alta la tensione, in particolare tra i due gruppi armati, Seleka ed Antibalaka, protagonisti principali della guerra civile in città e nel paese. “L’intransigenza è totale da una parte e dall’altra”, proseguono le fonti della MISNA, che giudicano difficile una mediazione. “Le autorità – spiegano – intervengono quotidianamente, ma nessuno ormai le ascolta. Ci sono forti dubbi sulle loro reali capacità di farsi obbedire”.

 

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Da un po’ tutto taceva e … ci eravamo illusi malgrado le ultime notizie riportate da p. Dorino Livraghi con la sua mail di un paio di settimane fa. Invece …… ancora morti e feriti, tanto da decretare il coprifuoco nella capitale dalle ore 18,30 alle 6,00. Il numero dei morti non è ancora completamente accertato ma senz’altro oltre ai venti.

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scontri del 26 settebre 2015 a Bangui
R.C.A. – 26/9/2015 -Episodi di violenza causati dal furto di una moto-taxi hanno causato una trentina di vittime e un centinaio di feriti a Bangui

Da Centrafrique- presse – 27 Settembre 2015 – vedi articolo in francese CENTRAFRICA – 26/09/15 h 22:1021  morti ed un centinaio di feriti a Bangui per scontri tra islamici e cristiani, sembra scaturiti da un diverbio per un moto-taxi.        °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°     °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

da misna, 18 Settembre 201516:14CENTRAFRICA

ABUSI, BAN KI-MOON: “IN FUTURO POSSIBILE RIMPATRIO CONTINGENTI”

 

“Non esiterò a rimpatriare interi contingenti o a interromperne il dispiegamento se ci saranno problemi di comando e controllo, prove di violazioni diffuse o sistematiche o quando gli stati membri non risponderanno ripetutamente alle richieste di indagini”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon rivolgendosi ai rappresentanti dei paesi che forniscono peacekeepers alle missioni dell’organizzazione, di recente colpite in alcuni casi (tra cui  il principale è quello centrafricano) da accuse di abusi su donne e bambini. Il segretario generale ha inoltre reso noto che d’ora in poi saranno resi pubblici i nomi dei paesi da cui i contingenti accusati provengono e ha chiesto la collaborazione degli stati membri dell’Onu nel garantire indagini efficaci e rapide. In questo senso sarà esaminata la possibilità di creare una ‘banca dati del DNA’ dei ‘caschi blu’, raccogliendo “campioni di DNA di tutto il personale in divisa”. Nel discorso programmatico del segretario, oltre che a sanzioni e indagini è stato dato anche spazio alla prevenzione (con un più severo processo di selezione dei militari da inviare all’estero) e al futuro di chi subisce gli abusi. “Creerò un fondo – ha promesso Ban Ki-moon – per rafforzare l’assistenza alle vittime e i programmi rivolti alle comunità”. A questo fondo, ha poi specificato il segretario generale, se gli stati membri daranno il loro assenso, si potrà contribuire anche con le paghe sospese a chi ha ricevuto sanzioni legate ad accuse di abusi.

 

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da misna – 14 Settembre 201511:44CENTRAFRICA

ABUSI, L’ONU ANNUNCIA PROVVEDIMENTI

 

Le accuse mosse ai ‘caschi blu’ dell’Onu in Centrafrica “hanno un riflesso sulla fiducia che la popolazione dovrebbe avere in noi e che, in qualche modo, noi stiamo tradendo”. Lo ha dichiarato il sottosegretario generale delle Nazioni Unite Hervé Ladsous, di ritorno da una missione nel paese africano dove uomini della missione di peacekeeping Minusca – oltre che della forza militare francese Sangaris – sono accusati di abusi su donne e minori. Per quanto riguarda la Minusca, ha specificato Ladsous, ci sono state 63 segnalazioni di infrazioni delle regole “15 delle quali riguardano episodi di sfruttamento sessuale”. Sulla maggior parte di questi casi è già stata aperta un’indagine e 7 soldati sono stati rimpatriati, mentre a nove è stata sospesa la paga. Ladsous ha inoltre consegnato al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon una lista di 40 provvedimenti da prendere per affrontare il problema. La prossima settimana Ban incontrerà i rappresentanti dei paesi che forniscono le truppe alla Minusca per discutere con loro il tema. L’intervento di Ladsous è arrivato quasi contemporaneamente alla notizia di un nuovo caso che coinvolgerebbe un ‘casco blu’. Secondo fonti dell’Onu l’uomo avrebbe avuto “una relazione” con una ragazza locale (fatto in sé vietato dalle regole interne dell’organizzazione) che sarebbe inoltre incinta.
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da misna, 10 Settembre 201516:10 CENTRAFRICA

ATTACCHI A BANGUI, “UN COLPO ALLA PACE”

 

“Le bombe sono state due, una lanciata da uomini in moto nei pressi di un incrocio stradale e l’altra in un piccolo mercato, i morti sono tre, oltre a diversi feriti”. Ad affermarlo sono fonti della MISNA (che preferiamo mantenere anonime per ragioni di sicurezza) raggiunte a Bangui dopo l’attacco di ieri sera, di cui ancora non è ancora chiara la matrice. “È il primo episodio simile in città da qualche mese – continua l’interlocutore della MISNA – e l’azione non sembra opera delle milizie, che ultimamente evitano lo scontro diretto e non hanno l’abitudine di colpire a casaccio”. Piuttosto, ipotizza, “sembra un tentativo di mettere a repentaglio la pace che faticosamente tutti stanno cercando di costruire, ma l’incertezza cresce proprio perché le motivazioni di quello che è successo non sono ben comprensibili”. Un’incertezza che riguarda sia la tenuta delle elezioni, in programma il 25 ottobre, sia aspetti della vita quotidiana. “La popolazione si adatta, è povera gente che cerca di sopravvivere, di avere da mangiare, di non ammalarsi e di mandare i figli a scuola: alcuni istituti, se gli insegnanti riusciranno ad essere presenti, dovrebbero riaprire proprio in questi giorni”, spiegano da Bangui. In questo quadro complesso, la popolazione attende l’arrivo di Papa Francesco, le date del cui viaggio apostolico nel paese, a novembre, sono state annunciate ufficialmente proprio oggi. “Tutti ne parlano, c’è grande speranza e gioia per l’arrivo del Papa a Bangui, si aspettano le sue parole di pace, che saranno un incoraggiamento per il futuro”, conclude la fonte della MISNA.

 

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da misna – 10 Settembre 201512:57CENTRAFRICA

ATTACCO CON GRANATE A BANGUI, DUE VITTIME

 

È di almeno due persone uccise il bilancio delle esplosione di una serie di granate, lanciate a Bangui da un gruppo di uomini armati a volto coperto. Secondo quanto riferisce la stampa locale l’attacco è avvenuto nella serata di ieri nei quartieri di Petevo e Fatima. Diversi residenti sarebbero inoltre rimasti feriti. La locale missione Onu Minusca ha condannato quest’attacco definito “odioso e vigliacco” che avviene, sottolinea in una nota, “in un momento in cui si registra un notevole miglioramento della situazione della sicurezza, e una ripresa delle attività economiche”. Dalla caduta dell’ex presidente Francois Bozizé il paese è preda di violenze e scontri settari. Finora, le autorità di transizione guidate da Catherine Samba Panza non sono riuscite e riportare la stabilità in tutte le aree del paese, in cui sono attivi diversi gruppi armati. Se i ritardi e le difficoltà sul terreno hanno portato a un ritardo nel calendario e alcuni partiti hanno chiesto un rinvio delle elezioni generali previste il 25 ottobre, l’Onu ha chiarito che le scadenze non potranno oltrepassare il 31 dicembre e che “non ci sarà una terza transizione” in Centrafrica.

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da misna – 9 Settembre 201517:24CENTRAFRICA

A BAMBARI UNA ‘ZONA LIBERA DA ARMI’

 

Le Nazioni unite hanno imposto una “weapon free-zone” (zona libera dalle armi) nella città di Bambari epicentro di violenze tra gruppi armati che nelle ultime settimane hanno causato decine di vittime civili.

Roccaforte delle milizie Seleka, Bambari ha assistito nelle scorse settimane ad una recrudescenza dei combattimenti tra i Seleka e le milizie anti-Balaka protagonisti del conflitto civile, esploso nel 2013, che ha causato migliaia di morti e oltre 800.000 sfollati. La locale missione Onu Minusca ha annunciato la misura come “una risposta” alle ripetute richieste di intervento da parte della popolazione civile. Solo il mese scorso circa 3000 persone avevano cercato rifugio dai combattimenti nella base Onu alle porte della città. È in questo clima di generale instabilità che il paese si prepara, il 18 ottobre prossimo, a recarsi alle urne per eleggere un nuovo Presidente e un parlamento democratico che subentri alle autorità transitorie attualmente in carica. Il processo elettorale tuttavia ha subito ritardi e non è improbabile che il voto – già ritardato diverse volte – possa essere nuovamente rimandato.

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da misna – 2 Settembre 201515:08 CENTRAFRICA

 

PREPARATIVI A RILENTO, ELEZIONI A RISCHIO

 

“Che a ottobre e novembre si tengano le elezioni, come previsto, non è affatto sicuro: in questa zona ci sono ancora comuni dove il censimento non è finito e in altre zone del paese non è nemmeno cominciato, mentre rimane aperta la questione del voto dei rifugiati negli altri paesi, che andrebbero anche loro registrati”. A spiegarlo alla MISNA sono fonti raggiunte nell’Ovest del Centrafrica, all’indomani della dichiarazione del presidente del Consiglio nazionale di transizione, che ha definito “non sostenibile” l’attuale calendario elettorale. Le consultazioni sono previste per il 18 ottobre prossimo, ma Alexandre Ferdinand Nguendet, che guida il parlamento provvisorio, ha definito “surrealista” il progetto di tenere il voto in quella data, così come quello di un referendum, il 4 ottobre, sulla costituzione appena approvata dallo steso Cnt. “Ad essere ottimisti, il censimento potrebbe essere completato per il 20 settembre – concordano le fonti della MISNA – ma a quel punto mancherebbero solo due settimane al referendum…”. L’unica istituzione con il potere di rinviare le consultazioni, l’Autorità nazionale elettorale (Ane), non ha ancora preso posizione, ma negli scorsi giorni ha assistito alle dimissioni del suo vicepresidente, Godefroy Mokamanede. In una dichiarazione fatta pervenire alla MISNA, il funzionario, espressione della società civile, ha notato tra l’altro che lo scarto tra i fondi messi a disposizione e quelli effettivamente necessari “resta ancora importante (oltre 10 milioni di dollari) e le prospettive per colmarlo non sono rassicuranti”.

Preoccupano, inoltre, secondo l’ex vicepresidente dell’autorità, le difficoltà nella distribuzione del materiale elettorale, che in alcune aree, vista la mancanza di mezzi e l’impraticabilità delle strade, dev’essere effettuata da uomini a piedi. La stessa sicurezza dell’Ane non è garantita, secondo Mokamanede, che ricorda come i suoi componenti siano stati aggrediti in passato da bande di giovani e come la protezione della sede sia affidata semplicemente “a 30 uomini delle Forze armate centrafricane disarmati”. In questo clima ha già preso il via, però, la campagna elettorale. “A farsi vedere sul territorio sono soprattutto i candidati alle parlamentari, che in molti casi distribuiscono denaro, vestiti, tessuti ai potenziali elettori: mancano, invece, i programmi concreti”, riferiscono a questo proposito le fonti della MISNA.

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Dramma senza fine per la Repubblica Centrafricana!!

da misna – 28 Agosto 2015 –  h 12:51 CENTRAFRICA

 

MIGLIAIA IN FUGA DAGLI SCONTRI A BAMBARI

 

Diverse migliaia di civili sfuggiti agli scontri nella città centrafricana di Bambari hanno cercato rifugio nella vicina base Onu e nei suoi dintorni. Nel complesso che ospita la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite (Minusca), in particolare, è sorto un accampamento che ospita circa 3.000 sfollati. I numeri totali, tuttavia sono notevolmente più alti: il solo sito della chiesa di Nostra Signora della Vittoria – rende noto il responsabile locale dell’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr -Acnur), Kouassi Lazare Etien – ospitava 4.250 persone, ora sparse tra altri tre campi: Sangaris, Aviation e Site Alternatif. L’Unhcr ha espresso preoccupazione anche per le condizioni di 1.859 profughi sudanesi nel campo di Pladama Ouaka, a 12 chilometri da Bambari, inaccessibile dalla fine della scorsa settimana. Gli scontri a Bambari (in cui si sono registrate almeno 15 vittime) sono iniziati tra il 20 e il 21 agosto e hanno coinvolto miliziani dei gruppi Antibalaka e Seleka: secondo informazioni di stampa, pochi giorni dopo questi ultimi avevano preso il controllo di tutti e tre gli ingressi della località. °°°°°°°°°°°°°°°°°°

24 Agosto 2015 – Leggi anche (in francese) da Radio Neke Luka:  http://www.radiondekeluka.org/securite/item/22974-calme-pr%C3%A9caire-%C3%A0-bambari-apr%C3%A8s-5-jours-de-tension.html

da misna, 24 agosto 201515:26 CENTRAFRICA

VIOLENTI SCONTRI A BAMBARI, VITTIME

 

Violenti scontri tra gruppi armati sono in corso da giorni a Bambari in Repubblica Centrafricana: 15 morti e 20 feriti il bilancio complessivo delle vittime, diffuso oggi dalla gendarmeria locale. A contrapporsi sono elementi dei gruppi armati Antibalaka e membri dell’ex coalizione ribelle Seleka. Secondo quanto riferisce l’emittente Radio Ndeke Luka, l’uccisione – attribuita agli Antibalaka – di un giovane del luogo, avvenuta a metà della scorsa settimana. Per reazione in alcuni quartieri della città erano apparse barricate e altri tre giovani erano stati uccisi da miliziani della fazione opposta. “Migliaia di persone”, ha riferito un responsabile della gendarmeria locale alla stampa, sono fuggite dalla città in seguito ai combattimenti. Nel tentativo di riportare la calma in città, le forze di polizia locali sono intervenute, affiancate dai caschi blu della missione Onu Minusca.
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da misna – 21 agosto  201513:31 CENTRAFRICA

VERSO IL VOTO TRA INSTABILITÀ E SANZIONI

 

A meno di due mesi dalle elezioni in programma per il 18 ottobre, continua la crisi politica e militare in Centrafrica. L’Onu ha reso noto di aver imposto sanzioni contro la compagnia diamantifera locale Badica e la sua associata belga Kardiam, accusate di aver sostenuto – attraverso il commercio illegale di oro e pietre preziose – il conflitto civile in corso nel paese. Ne è stato dunque ordinato il blocco dei beni. Sono stati sottoposti a sanzioni anche due comandanti delle milizie Antibalaka (Alfred Yekatom, detto ‘colonnello Rambo’, attivo a Bangui, e Habib Soussou, considerato responsabile di omicidi mirati nella provincia meridionale di Lobaye) e un ex ‘generale’ delle forze Seleka (Oumar Yunus, in possesso di passaporto sudanese, accusato di traffico di diamanti e considerato vicino all’ex presidente Michel Djotodia).Intanto, fedelissimi di un altro ex capo di stato, François Bozizé, hanno sottratto alla custodia della polizia il leder del partito dell’ex presidente (il Kwa Na Kwa, o Knk), Bertin Béa. Béa era stato arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di incitamento all’odio. I suoi sostenitori hanno tuttavia preso d’assalto il tribunale di Bangui e hanno prelevato l’uomo politico.In questo clima le autorità transitorie tentano comunque di organizzare le elezioni nonostante i numerosi ostacoli pratici alla tenuta delle consultazioni. Il consiglio nazionale di transizione (parlamento provvisorio) ha approvato nella sua seduta di ieri il diritto di voto per i centrafricani rifugiati nei paesi vicini. L’organo legislativo ha quindi rivisto la sua precedente decisione di segno contrario, contro la quale la stessa presidente della repubblica ad interim, Catherine Samba-Panza fatto ricorso alla suprema corte nazionale. I giudici avevano stabilito che il diritto di voto dovesse essere garantito.

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16 Agosto 2015 – Anche in Centrafrica imperversa il maltempo e la stagione delle piogge diventa stagione di alluvioni (in particolare nella zona a Sud del Paese).

Un diluvio nella cittadina di Bangassou (ad Est di Bangui) ha causato diversi danni e lasciato senza casa un centinaio di famiglie.

da Radio Ndeke Luka –  Sabato 15 Agosto 2015 03:16

 

Più di 96 famiglie nel  2° distretto di Bangassou si ritrovano senza casa dopo la pioggia caduta nella notte tra il 12-13 Agosto 2015 in questo villaggio. Gli abitanti dei due quartieri Maliko, Yapélé, Kobo e Mboutou sono più colpite da questa situazione e hanno vissuto in condizioni difficili in questi giorni e chiedono aiuto. Secondo le informazioni fornite dal corrispondente di Radio Ndeke Luka a Bangassou è “l’assenza di canali di drenaggio in questo quartiere è responsabile di questo danno nel 2 ° distretto di Bangassou, dove alcune case sono incrinate, fatiscenti e altre hanno acqua stagnante nelle stanze” . Di fronte all’eventualità di altre piogge, la popolazione continua a mobilitarsi al fine di scavare canali evacuare l’acqua. D’altra parte, i volontari della Croce Rossa locale si stanno mobilitando per identificare le vittime e cercare di portare aiuto. La pioggia ha fatto danni enormi in tutta  Bangassou e una bambina di 3 anni è annegata questo Venerdì, 14 Agosto 2015 in Kadéï il fiume Sosso Nakombo. Una canoa con 8 passeggeri si è invertita e la piccola purtroppo è annegata e fino ad oggi il suo corpo non è stato ritrovato. Il corrispondente del RNL di Berbérati ha raccolto l’informazioni che la canoa fosse “troppo piccola e non poteva contenere così tante persone.”

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da radio Neke Luka – 14 Agosto 2015:

 

Il tratto Bangui-Garoua-Mboulaï ancora paralizzato a causa dello sciopero dei camionisti camerunesi.

Non si perde tempo negli uffici dell’ONU a rimpiazzare il comandate uscente della Minusca. A succedergli è una persona dal nome che fa ben sperare: Perfait … Onanaga-Anyanga, originario del Gabon. Speriamo che presto si vedano dei buoni risultati. da misna, 14 Agosto 201514:41CENTRAFRICA

NOMINATO NUOVO COMANDANTE MISSIONE ONU

 

Parfait Onanga-Anyanga, del Gabon, è il nuovo Comandante della missione ONU in Centrafrica
Parfait Onanga-Anyanga, del Gabon, è il nuovo Comandante della missione ONU in Centrafrica

Parfait Onanga-Anyanga, del Gabon, è il nuovo comandante della missione Onu in Centrafrica (Minusca). Prende il posto di Babacar Gaye, che si è dimesso mercoledì dopo una serie di accuse di abusi e uccisioni di civili rivolte ad alcuni ‘caschi blu’. All’Onu dal 1998, Onanga-Anyanga si è tra l’altro occupato di promuovere gli obiettivi di sviluppo del Millennio e ha guidato l’Ufficio delle Nazioni Unite in Burundi (Bnub), fino alla sua chiusura lo scorso 31 dicembre. Sulla questione degli abusi imputati a caschi blu ai danni di donne e bambini – che secondo un recente rapporto hanno riguardato, in anni diversi, anche Haiti e la Liberia – è tornato anche il segretario generale dell’Organizzazione, Ban Ki-moon, in una videoconferenza con i comandanti delle missioni di pace nel mondo. Ban “ha sottolineato – riferisce il suo portavoce Stéphane Dujarric – che tolleranza zero significa zero compiacenza e zero impunità e che quando le accuse sono provate il personale dovrà essere chiamato a risponderne”. °°°°°°°°°°°°°

da misna, 13 Agosto 20159:46CENTRAFRICA

VICENDA ABUSI, RIMOSSO COMANDANTE MISSIONE ONU

 

Babacar Gaye, comandante della missione Onu in Centrafrica (Minusca) ha lasciato il suo incarico dopo le ultime accuse di abusi lanciate da Amnesty International a carico di alcuni ‘caschi blu’. L’alto ufficiale, ha spiegato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon “ha presentato le dimissioni su mia richiesta”. “Mi è impossibile – ha proseguito Ban – trovare parole per esprimere la collera, il tormento e la vergogna che provo dopo queste accuse ricorrenti negli anni di sfruttamento sessuale e di abusi commessi da forze dell’Onu. Non tollererò alcuna azione che spinga le persone a provare paura invece di fiducia”. Prima delle accuse di Amnesty – che riguardano la violenza su una minore e l’uccisione di due civili e sui quali la Minusca ha aperto un’indagine – altri sospetti abusi erano emersi a carico di ‘caschi blu’ marocchini e burundesi impiegai nel paese. La Francia, a sua volta, sta conducendo un’inchiesta su alcuni militari della missione Sangaris, un caso sul quale l’Onu era stata accusata di non aver agito con prontezza. In relazione alla vicenda il vicecommissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Flavia Pansieri aveva ammesso di “non aver dato al problema la necessaria attenzione”. Lo scorso 23 luglio anche Pansieri aveva rassegnato le dimissioni, citando motivi di salute. °°°°°°°°°°°°°°°

da misna – 12 Agosto 2015 – 15:32CENTRAFRICA NUOVE ACCUSE A ‘CASCHI BLU’, MILIZIE ANCORA ATTIVE

“Sgomento e amareggiato” per le gravi accuse rivolte da Amnesty International ad alcuni ‘caschi blu’: così Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu, si è definito dopo che un rapporto dell’organizzazione per i diritti umani ha attribuito a uomini della missione delle Nazioni Unite in Centrafrica (e in particolare dei contingenti ruandese e camerunense) l’uccisione di due civili disarmati e la violenza commessa su una bambina di 12 anni. Entrambi gli episodi – ricostruisce Amnesty – sono avvenuti nel quartiere PK5 della capitale Bangui tra il 2 e il 3 agosto. Ban, attraverso il suo portavoce Stéphane Dujarric, ha promesso un’inchiesta approfondita sui fatti: negli ultimi mesi altre accuse di abusi su minori erano emerse sia contro ‘caschi blu’ che contro componenti della missione francese Sangaris.

R.C.A. 12 Agosto 2015 – ancora situazione di intabilità e di insicurezza per la popolazione centrafricana

Resta intanto problematica la situazione di sicurezza in varie parti del paese, ancora attraversate dagli scontri tra milizie Seleka e Antibalaka: solo la settimana scorsa 12 civili hanno perso la vita in attacchi degli Antibalaka e nelle successive rappresaglie di Seleka. Restano, invece, ancora nelle mani dei loro sequestratori due funzionari pubblici della località di Baboua, nella regione di Nana-Mambéré (nell’ovest). Il sindaco e il viceprefetto sono stati rapiti da miliziani appartenenti probabilmente al Fronte Democratico del popolo centrafricano, guidato dal noto capo guerrigliero Abdoulaye Myskine. Una trattativa è stata aperta dal governo per la loro librazione. Per le necessità immediate dei civili ancora coinvolti nel conflitto l’Onu ha annunciato lo stanziamento di 13,2 milioni di dollari di fondi supplementari, mentre prosegue la preparazione delle elezioni che dovrebbero, dopo vari rinvii, tenersi ad ottobre. A questo scopo la Comunità economica degli stati dell’Africa Centrale (Ceeac) ha prolungato il mandato delle attuali autorità di transizione, in scadenza il 18 agosto, fino al prossimo 30 dicembre. Per le presidenziali si sono già registrati 20 candidati, tra cui l’ex premier Nicolas Tiangaye e l’ex presidente François Bozizé, deposto proprio dai ribelli Seleka a marzo 2013.

°°°°°°°°°°° Candidatura di Bozizé 2015 10 Agosto 2015 – La notizia era già di qualche giorno fa e diverse sono le foto che ritraggono la festa in onore della candidatura ufficiale dell’ex Presidente Bozizé (condannato a livello internazionale e ancora in esilio)  come riportato da un’ampio articolo su Centrafrique-presse – A giudicare dalle immagini si direbbe che nessuno dei suoi sostenitori soffra la fame e nemmeno l’indigenza in genere!! °°°°°°°°°°°°°°°°°°°° da misna – 10 Agosto 2015 –  h 17:17 – CENTRAFRICA

ELEZIONI, CANDIDATO ANCHE EX PRESIDENTE BOZIZÉ

 

L’ex presidente François Bozizé, deposto a marzo 2013 dai ribelli allora uniti nella coalizione Seleka, si candiderà alle presidenziali previste per il prossimo ottobre con il suo partito Kwa Na Kwa (Knk). Lo ha confermato lui stesso alla Bbc. “Sono cittadino centrafricano, godo di tutti i miei diritti civili, nulla m’impedisce di esercitarli nel mio paese”, ha dichiarato l’ex capo di stato all’emittente britannica. Bozizé ha inoltre affermato di voler tornare “al più presto possibile” in Centrafrica, dove ancora si confrontano con le armi ex-Seleka e milizie Antibalaka.Bozizé – arrivato al governo nel 2003 con un golpe – è già stato ufficialmente nominato candidato del Kwa Na Kwa. L’ex presidente, tuttavia, non si trovava nella capitale Bangui, in quanto vive in esilio dal giorno in cui ha perso il potere. secondo il segretario generale del Knk, Bertin Béa, si sposta attualmente “tra il Kenya e l’Uganda”.

°°°°°°°°°°°°°°°R.C.A.: 3 agosto 2015 – solo ieri avevamo pubblicato un post per segnalare un aggiornamento sulla pagina dei progetti in Centrafrica, per segnalare come, malgrado le tante difficoltà si proseguisse ugualmente nel cammino di normalizzazione, almeno grazie alla preziosa opera di p. Dorino e dei suoi collaboratori, con il nuovo finanziamento di Ita Kwe Flavio Quell’Oller Onlus anche per l’anno scolastico a venire. Di oggi la triste notizia che riguarda un nuovo episodio violento che aumenta ancora il numero delle vittime e e dei feriti di questa assurda guerra che dura ormai da troppo tempo! ancora violenze a Bangui ucciso un militare e due civili - diversi i feriti

da misna, 3 agosto  201512:59 CENTRAFRICA

 

 

 

 

 

BANGUI, ATTACCATA MISSIONE ONU: UN MORTO  E OTTO FERITI TRA I MILITARI – ALTRI  FERITI E DUE MORTI TRA I CIVILI.

 

“Tutti i gruppi armati rispettino l’imparzialità della Minusca”, la missione Onu in Centrafrica. Lo ha chiesto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, dopo l’attacco costato la vita ad un ‘casco blu’ nel paese, avvenuto ieri. Ban ha inoltre condannato “nei termini più forti” quanto avvenuto, chiedendo “un’azione rapida per assicurare i responsabili alla giustizia”. L’attacco è stato condotto contro una pattuglia che si trovava nel quartiere di Km5, nella capitale Bangui, per arrestare, su richiesta della magistratura centrafricana, un capo dell’ex coalizione ribelle Seleka: nella sparatoria sono rimasti feriti altri otto peacekeepers. Più pesante ancora il bilancio tra i civili: le prime informazioni parlavano di due morti e una decina di feriti, ma altri sarebbero ancora impossibilitati ad uscire dal quartiere. Sarebbe invece fuggito il capo ribelle che la forza ONU avrebbe dovuto arrestare.

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proteste dei camionisti camerunesi
R.C.A. – Luglio 2015 – proteste dei camionisti camerunesi dopo l’ennesimo attacco ad un loro convoglio – uccisi 4 autisti sulla strada Baboua-Bouar

R.C.A. 23 Luglio 2015 – proteste e sciopero dei camionisti camerunesi dopo l’ennesima violenza ai loro danni subita da un gruppo armato centrafricano. In data 18 Luglio, sulla tratta che da Douala porta a Bangui, tra le località di Baboua e Bouar, ben 4 camionisti che trasportavano carichi di alimentari sono stati assaliti e uccisi. L’informazione è stata rivelata solo oggi.  Queste ultime violenze portano a otto il numero dei camionisti camerunesi uccisi dalle milizie della Repubblica Centrafricana dal 2013, da quando cioè il paese, il cui 80%  del volume di merci è trasportato attraverso il porto di Douala, si trova ad affrontare una crisi socio-politica ancora in atto. da Centrafrique-presse – http://centrafrique-presse.over-blog.com/2015/07/quatre-camionneurs-camerounais-tues-par-des-bandes-armees-centrafricaines.html °°°°°°°°°°°°°° Triste che una delle poche funzionarie italiane di rilievo dell’O.N.U, sia stata proprio colei che avrebbe dovuto vigilare sul comportamento dei soldati in Centrafrica e non l’ha fatto! Leggere sotto:

da misna, 23 luglio 201516:00 CENTRAFRICA

 

 

 

 

 

SI DIMETTE FUNZIONARIA ONU CHE SOTTOVALUTÒ ACCUSE ABUSI

 

Dimissioni Commissario O.N.U. Flavia Pansieri
Commissario dell’ONU Flavia Pansieri si dimette a seguito dello scandalo degli abusi subiti dai bambini dei campi profughi da parte dei soldati che avrebbero dovuto proteggerli

Ha rassegnato le dimissioni Flavia Pansieri, vicecommissario Onu per i diritti umani: negli scorsi mesi aveva ammesso di aver sottovalutato la questione degli abusi su minori di cui sono accusati soldati della missione francese in Centrafrica, Sangaris. Secondo quanto riferito da Vannina Maestracci, portavoce  delle Nazioni Unite, Pansieri ha lasciato l’incarico per “motivi di salute”. A maggio Pansieri aveva spiegato, in una dichiarazione presente in un documento Onu, di assumersi “la piena responsabilità per non aver dato al problema la necessaria attenzione”. Le Nazioni Unite – che nel frattempo hanno aperto un’inchiesta interna sull’accaduto – erano state criticate dalla magistratura francese per aver impiegato oltre sei mesi a fornire gli elementi richiesti sul caso. Un procedimento in materia era stato aperto a Parigi solo a fine aprile quando era trapelato sulla stampa il contenuto di un rapporto consegnato ai giudici francesi da un altro funzionario Onu, Anders Kompass. L’uomo aveva rischiato per questo di perdere il suo incarico. Il caso – su cui indagano anche le autorità centrafricane – coinvolge, secondo quanto è stato reso noto, 14 soldati francesi. Separatamente, accuse analoghe erano state in seguito mosse anche contro un casco blu dell’Onu e uno dei contingenti africani della missione delle Nazioni Unite nel paese. °°°°°°°°°°°°°°

da misna: 22 Lluglio  201510:49 CENTRAFRICA

I GIUDICI: DIRITTO DI VOTO ANCHE AI RIFUGIATI

 

Anche i rifugiati centrafricani dovranno poter votare nelle elezioni previste ad ottobre nel paese. Lo ha deciso la corte costituzionale del Centrafrica, ribaltando una decisione del parlamento che avrebbe impedito a quanti sono fuggiti dal paese per non rimanere vittime del conflitto in corso di partecipare alle consultazioni.

 

 

 

 

“Le questioni organizzative tecniche e materiali – hanno deliberato i giudici – non devono permettere che sia negato il diritto di voto a quei cittadini che temono per la propria vita”. Il parere della corte era stato richiesto dalla presidente ad interim, Catherine Samba- Panza, contraria alla decisione presa dai legislatori. Secondo l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, i centrafricani fuggiti all’estero sono circa 460.000, su una popolazione stimata in 4.500.000 persone. Un censimento degli elettori, i cui termini sono stati prorogati al 27 luglio, è in corso a Bangui. Nessun conteggio, tuttavia, è stato avviato per i rifugiati. °°°°°°°°°°°°°°° da misna – 21 Luglio  20158:29 CENTRAFRICA

DALLA SICUREZZA AGLI ESTERI, CAMBIANO I MINISTRI

 

Secondo rimpasto di governo in pochi mesi nella Repubblica Centrafricana. A cambiare nell’esecutivo di unità nazionale guidato da Mahamat Kamoun, musulmano, già membro della coalizione Seleka al potere tra il 2013 e il 2014, sono i responsabili di dicasteri di rilievo come Esteri, Sicurezza pubblica e Riconciliazione nazionale. I nuovi ministri sono rispettivamente Samuel Rangba, Nicaise Samedi Karnou e Ludie Florence Ndouba. Alla Comunicazione, un altro dei dicastero interessati dal rimpasto, va invece Bruno Yapandé. I cambiamenti precedono di alcuni mesi le elezioni in programma tra ottobre e novembre in un paese che deve ancora superare la crisi politico-militare deflagrata nel 2012. °°°°°°°°°°°°°°°°

da misna, 15 Luglio 20159:41 CENTRAFRICA

ACCUSE ALLA UE: CON IL LEGNAME FINANZIATI GLI ABUSI

 

Paesi e aziende dell’Unione Europea hanno tratto profitto dall’importazione di legname dalla Repubblica Centrafricana in spregio alle leggi locali e finanziando milizie responsabili di violazioni diffuse dei diritti umani: lo denuncia l’organizzazione non governativa Global Witness, in un rapporto diffuso oggi. Secondo lo studio, tra il marzo 2013 e il gennaio 2014 queste esportazioni hanno garantito al governo dell’ex coalizione ribelle Seleka fondi per tre milioni e 400.000 euro. Società francesi, tedesche e belghe, denuncia Global Witness, “conclusero accordi finanziari redditizi con i capi di Seleka”. La coalizione ha gestito il potere a Bangui per meno di un anno. Violenze e abusi hanno determinato l’emergere di milizie contrapposte, denominate Anti-Balaka, aggravando una crisi tuttora irrisolta.

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da Radio Ndeke Luka – Lunedì, 29 Giugno 2015 – h. 13:06

La Presidente di Transizione, Catherine Samba-Panza apre ufficialmente l’iscrizione alle liste elettorali degli aventi diritto al voto per le prossime elezioni del 18 Ottobre 2015

Catherine Samba-Panza lancia iscrizione alle liste elettorali
Un’irriconoscibile Presidente Catherine Samba-Panza procede alla propria registrazione alle liste elettorali.

Il Capo dello Stato della transizione, Catherine Samba-Panza, ha dato ufficialmente il via, questo Lunedì, 29 Giugno 2015 alla scuola di Jean Lacollomb nel 7° distretto di Bangui, alle di operazioni di censimento degli elettori. La chiusura delle operazioni è prevista per il 17 luglio. L’identificazione degli elettori dell’Africa Centrale maggiori di 18 anni, ha annunciato il calendario secondo l’Autorità nazionale per le elezioni (ANE), permette loro di partecipare al referendum costituzionale del 4 ottobre e alle elezioni presidenziali e parlamentari successive. Questa operazione si divide in diverse fasi. Tra le altre, la presentazione del documento d’identità, la verifica, la registrazione, il monitoraggio, la fotografia e la consegna della ricevuta al cittadino: “Citizen Act” Anche il capo della transizione, Signora Catherine Samba-Panza si è sottoposta a tali operazioni presso la scuola Jean Lacollomb, presa ad esempio. In questo modo sollecita i suoi concittadini a presentarsi per questa registrazione. “Come residente del 7° distretto e cittadino centrafricano, devo fare il mio dovere di venire a iscrivermi nelle liste elettorali. E come capo di stato della transizione, non l’ho fatto in modo anonimo, ho dovuto impostare un esempio per incoraggiare tutti i cittadini in età di voto come me. Questo lancerà il processo ufficiale” ha detto. Un residente del 7° distretto che è riuscito a registrarsi spiega che “ il privilegio di voto è in tutto il mondo, ma  purtroppo  molti non hanno qu